DAZI, LE BORSE EUROPEE VOLANO DOPO IL DIETROFRONT DI TRUMP: MILANO AL +7%, MA GLI ANAISTI FRENANO: “NON E’ CAMBIATO NULLA, ECONOMIA DANNEGGIATA DA IMPREVEDIBILITA’”
LA CINA: “DISPOSTI A TRATTARE PER RISOLVERE I PROBLEMI, MA NESSUNO MANCHI DI RISPETTO VERSO IL NOSTO POPOLO”
Non proprio dazi zero, ma se non altro una netta frenata sulla politica tariffaria quella del presidente americano Donald Trump, che ha posticipato di 90 giorni l’entrata in vigore dei dazi reciproci. Un segnale di possibile stabilizzazione economica che è stato accolto con favore prima dalle borse americane e asiatiche, con il Giappone che ha chiuso con il secondo maggiore rialzo giornaliero di sempre al +9%.
E che, come ampiamente prevedibile, si è trascinato in Europa per la riapertura delle borse. In poche ore dal profondo rosso il Vecchio Continente è stato travolto da un’ondata verde: Francoforte al +7,5%, Milano al +7%, Parigi in risalita del +6,2% e Londra del +4,7%. Cifre che marcano il maggiore rialzo delle piazze europee dal Covid.
La soddisfazione dell’Ue, von der Leyen: «Dietrofront di Trump? Passo importante
Il segnale dalla Casa Bianca è evidente ed è arrivato – se sia un caso o no non è dato saperlo – poche ore dopo l’annuncio dell’Unione europea di contro-dazi al 25%. La decisione di Trump, è bene ricordarlo, non annulla le tariffe ma le regolarizza tutte
al 10%, senza dunque quelle percentuali aggiuntive che variavano di Paese in Paese secondo lo strano calcolo basato sul deficit commerciale. Un passo indietro – per tutti eccetto che per la Cina – che la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha definito «un passo importante verso la stabilizzazione dell’economia globale». Una fotografia chiara a livello di tariffe sull’export permette «catene di approvvigionamento» che funzionano, perché hanno un terreno saldo a livello normativo su cui poggiarsi. Poi von der Leyen ha promesso: «L’Ue resta impegnata a condurre negoziati costruttivi con gli Stati Uniti». Intanto il portavoce, Olof Gill, annuncia un periodo di riflessione prima di decidere i prossimi passi. Ora che Trump ha fatto un passo indietro, Bruxelles farà lo stesso?
L’allarme degli analisti: «Economia danneggiata da imprevedibilità, la sospensione dei dazi non cambia nulla»
La fiducia di Ursula von der Leyen in una stabilizzazione economica non è condivisa da tutti. «Anche se le tariffe venissero sospese definitivamente, l’economia subirebbe danni a causa di un senso permanente di imprevedibilità nella politica», è la posizione degli analisti finanziari della Deutsche Bank. «Gli eventi delle ultime settimane avranno ripercussioni sui partner economici globali durante i prossimi negoziati commerciali e per molti anni a venire».
La Cina e la mano tesa a Washington: «Protezionismo è una strada a senso unico»
In mezzo a un mondo in ripresa (almeno momentanea) ad andare a fondo è la Cina, l’unico Paese a cui Trump non ha risparmiato il peso dei dazi «reciproci». Anzi, ha addirittura innalzato l’aliquota dal complessivo 104% al 125%, una sorta di vendetta personale contro la decisione di Pechino di rispondere alle tariffe con contro-dazi all’84%, entrati in vigore la mattina di giovedì 10 aprile.
«Non accetteremo mai pressioni estreme e bullismo da parte degli Stati Uniti», ha affermato il portavoce del ministero del Commercio He Yongqian nel punto stampa settimanale. La mano però è tesa verso la Casa Bianca. Unita all’invito di «incontrarsi a metà strada sulla base del rispetto reciproco e dell’uguaglianza» e, insieme, alla minaccia di una guerra commerciale: «Se gli Usa insistono nel seguire la propria strada, la Cina li seguirà fino alla fine. Il protezionismo è una strada a senso unico». Stando a Bloomberg, i principali funzionari del presidente Xi Jinping si riuniranno nelle prossime ore per discutere ulteriori misure per rispondere a Washington.
(da agenzie)
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