CINQUESTELLE SONO 36 I PARLAMENTATI PRONTI AD ANDARSENE
SI TRATTA DI 20 DEPUTATI E 16 SENATORI…I TALEBANI VOGLIONO ANCHE LA TESTA DI PAOLA PINNA,REA DI ESSERSI LAMENTATA DELLA SCARSA DEMOCRAZIA INTERNA
L’ultima scomunica arriva in un post scriptum e la scrive di nuovo lui, Riccardo Nuti, capogruppo Cinque Stelle alla Camera: “P. s. Informo i lettori che il codice di comportamento non è cambiato”.
I lettori sarebbero quelli che, su La Stampa, hanno scoperto che Paola Pinna è “pronta a costituire un nuovo gruppo”.
Non da sola, certo. Sarebbero in 20, i deputati sulla strada dell’addio.
Il minimo indispensabile per fare un gruppo a Montecitorio, quanto basta per immaginare che domani potrebbe essere il giorno più lungo dei grillini in Parlamento.
Si usa ancora il ondizionale, perchè mentre alla Camera è stata ufficialmente dichiarata “guerra” (una prima bozza dello Statuto sarebbe già pronta), al Senato i deputati dissidenti sono ancora alla ricerca di una tregua: un ultimo, disperato, tentativo di fermare il voto di lunedì, quello che chiederà alla Rete se vuole che Adele Gambaro, l’accusatrice di Beppe Grillo, resti nel Movimento oppure no.
Sanno già la risposta, i senatori.
Per questo stanno cercando di convincere lei a fare l’unica cosa che la salverebbe dalla gogna: andarsene da sola, provare a dimettersi e finire al gruppo misto.
Ma la senatrice emiliana difficilmente lo farà . Ai senatori non resta che convincere Vito Crimi, Nicola Morra e gli altri “talebani” del gruppo che la faccenda va risolta tra le mura di palazzo Madama, senza darla in pasto ai giovani colleghi deputati.
Che sono lì, inferociti. La Gambaro la considerano già sbranata. E già hanno buttato gli occhi sulla Pinna.
Scrive Carlo Sibilia, 27enne avellinese: “Tolta la zavorra riprenderemo a volare perchè noi siamo oltre… obiettivo 100%”.
Insiste Manlio Di Stefano, 31enne trasferito a Milano: “Se avete pelo sullo stomaco e amate farvi del male seguite queste semplice ricerca su google”.
Aggiunge le parole da incrociare: “m5s dissidenti soldi indennità ”.
Il concetto è noto: lo fanno per la grana.
E ieri, con una rapidità sconcertante, la pagina Wikipedia di Paola Pinna era già aggiornata con il timbro di infamia: “Ha tradito la fiducia dei propri elettori nei confronti di Beppe Grillo in nome della diaria” (poi corretto, un’ora più tardi con il link all’intervista incriminata).
Ormai succede di tutto. Paola De Pin, senatrice trevigiana, ha denunciato al Secolo XIX “stalking” da un consigliere comunale: dice che ridà indietro troppi pochi euro.
Ormai i dossier sono all’ordine del giorno.
E c’è chi sostiene che perfino le voci insistenti sulle uscite dal gruppo siano “profezie che si autoavverano”. “Ci stanno facendo il malocchio”, dice un senatore.
Alla Camera invece sono meno superstiziosi: “La loro tecnica è semplice: delegittimare tutti quelli che alzano la testa. Adesso abbiamo capito perchè li volevano tutti giovani: i ragazzini si manovrano meglio. Noi ce ne andiamo: prenderanno lo 0,1 per cento. Li voteranno solo i fascisti come loro”.
A tutti, quando immaginano l’assemblea di domani, vengono in mente scenari bellicosi: “Stiamo andando alla guerra”, “O si vince o si muore”, “Il problema è che non abbiamo un generale”, “Sarà una battaglia epocale”.
Lo staff, come prevedibile, è furibondo: “Non si può più andare avanti così. Ogni giorno uno si sveglia e fa un’intervista”.
Per questo stanno pensando di mandare il processo in diretta streaming. Chi sono i traditori, lo devono vedere tutti.
Pulizia, mele marce che cadono.
Poi, martedì, si va tutti in piazza, a sostegno di Beppe.
Ci sarà anche lui? “Magari una sorpresa ce la fa”.
Paola Zanca
(da “il Fatto Quotidiano“)
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