SICUREZZA DELLE SCUOLE: CONTROLLATI SOLO IL 9% DEGLI ISTITUTI
DOPO LA TRAGEDIA DEL DARWIN DI RIVOLI, GOVERNO E REGIONI SI ERANO IMPEGNATE A ISPEZIONARE ENTRO IL 6 AGOSTO TUTTE LE SCUOLE ITALIANE… LE VERIFICHE INVECE COPRONO APPENA IL 9%: INTOPPI BUROCRATICI, MANCANZA DI TECNICI, PLANIMETRIE CHE NON SI TROVANO… SI SUGGERISCE DI COMPILARE LE SCHEDE SULLA CARTA, SENZA SOPRALLUOGHI
Il Ministero dell’Istruzione, dopo la tragedia del 22 novembre 2008 al liceo Darwin di Rivoli, in cui perse la vita uno studente diciassettenne, a causa del crollo del controsoffitto, aveva detto che sarebbero state controllate tutte le scuole italiane per verificare se fossero sicure.
A gennaio venne siglato un accordo tra Governo ed Enti locali con una data di scadenza precisa dei controlli, il 6 agosto.
Ebbene a fine giugno è stato verificato solo il 9% degli istituti italiani.
Il dato ufficiale ( ben poco pubblicizzato sui media) emerge dalla prima riunione tecnica del Tavolo di monitoraggio degli edifici scolastici, composto da funzionari ministeriali e rappresentanti delle Regioni.
Si stilano due tabelle sulle situazioni delle singole regioni: 110 edifici visionati su 1.355 nelle Marche, 70 su 2.756 in Calabria, 340 su 3.716 in Veneto, 117 su 2.839 in Toscana.
Vi sono poi intere regioni come Lombardia, Sardegna, Friuli e Trentino dove non risulta che i controlli siano mai iniziati.
In Piemonte, luogo della tragedia, sono state analizzate solo 69 scuole su 3.233 ( il 2%).
Vediamo le cause dei ritardi.
I controlli spettano a commissioni miste: un tecnico della scuola, uno dell’ente proprietario del’edificio (spesso Comune e Provincia), un rappresentante del Provveditorato interregionale per le opere pubbliche, organo che dipende dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
Questa figura pare latiti al Nord: in Piemonte ne hanno una ventina a disposizione per un’ora la settimana.
Per ispezionare tutti gli istituti ci vorranno anni, altro che finire all’inizio di agosto.
Altre cause dei ritardi poi sono spesso gli enti locali che non consentono l’accesso agli edifici scolastici, e il fatto che le planimetrie dei locali non sono spesso a disposizione.
Conoscendo la situazione di carenza di tecnici, ci si chiede come il Ministero dell’Istruzione potesse prendersi un impegno di tal genere, ovvero chiudere le verifiche del patrimonio scolastico italiano in sei mesi.
Si tratta di pura demagogia: di fronte a un’emergenza, ci si trincera dietro le solite promesse, sapendo che non si potranno mantenere.
Per poi accusare la burocrazia e qualche altro ente.
La soluzione proposta ora, sarebbe di compilare le schede anche senza sopralluoghi, in quanto gli enti locali sarebbero già a conoscenza dei dati.
In pratica controlli sulla carta e non più sopralluoghi di persona.
Come se fosse la stessa cosa e come se questa faciloneria non avesse già causato tragedie.
In attesa della prossima, non cambia mai nulla…
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