CASO ESPOSITO: PERCHE’ “IL MATTINO” NON HA MAI PUBBLICATO IL TESTO AUDIO INTEGRALE DELL’INTERVISTA AL MAGISTRATO?
IL MATTINO HA INSERITO NELLA VERSIONE STAMPATA UNA DOMANDA CHE NON E’ MAI STATA FORMULATA NELL’INTERVISTA: PERCHE’ E SU INDICAZIONE DI CHI L’HA FATTO?
Il Consiglio Superiore della Magistratura apre la pratica Esposito.
Ieri un comunicato annunciava solennemente che “su disposizione del vice presidente Michele Vietti e sentito il comitato di presidenza” è partita “la trasmissione, in via d’urgenza” della pratica a firma dei consiglieri Zanon, Palumbo e Romano alla prima Commissione referente del consiglio sulla vicenda dell’intervista del presidente della sezione feriale della Cassazione che ha condannato Berlusconi.
I tre membri laici del partito dell’imputato, il Pdl, hanno così ottenuto quello che volevano dal comitato di presidenza, composto oltre che dal vicepresidente Vietti dal primo presidente della Cassazione Giorgio Santacroce e dal Procuratore generale Gianfranco Ciani, cioè il capo di Esposito e il titolare del potere di azione disciplinare su di lui.
Potere che spetta anche al ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri. E dei tre soggetti che possono colpirlo, è questo il fronte più temibile per Esposito.
Domani il ministro deciderà dopo aver letto il report del presidente Santacroce.
Intanto Esposito ieri ha cercato di rintuzzare ancora gli attacchi che tendono a minare la sua figura per far saltare la condanna contro il Cavaliere.
Mentre Alessandra Mussolini interveniva alla Camera imitando il dialetto napoletano del giudice “Chill nun poteva nun sapere”, Esposito rilasciava il suo terzo comunicato alle agenzie per smentire il testo dell’intervista pubblicato dal Mattino martedì.
“Il giornalista”, scrive Esposito, “ha fittiziamente inserito nell’articolo la domanda che, per come risulta dalla registrazione mandata in onda, non mi è stata mai rivolta: ‘Non è questo il motivo per cui si è giunti alla condanna? E quale è allora?’.
Eseguita questa scorretta operazione di inserire nell’articolo una domanda proprio sul processo, mai, invece, formulata — prosegue Esposito — il giornalista ha, poi, strumentalmente ‘agganciato’ — e fatto risultare come mia risposta a una specifica domanda sul processo mai rivoltami — la parte del discorso del tutto generico sul ‘non poteva non sapere’, discorso che, per come risulta dalla registrazione messa in onda, è molto più ampio di quanto riportato nell’articolo”.
Basta ascoltare l’audio e confrontarlo con il testo pubblicato sul sito del Mattino per riscontrare che Esposito dice il vero: Il Mattino ha inserito una domanda che non c’era nell’intervista.
Così ha spezzato un ragionamento che — secondo Esposito — ha così assunto un senso diverso dalle intenzioni dell’intervistato che non voleva parlare della motivazione della condanna.
Nella sua nota Esposito in terza persona espone questi concetti:
1) Stavo parlando delle valutazioni degli accertamenti di fatto che compiono i Giudici del merito e non certamente la Cassazione (che non è Giudice del fatto) come si comprende dall’integrale lettura del discorso, senza la domanda specifica sull’esito del processo (non rivolta);
2) La domanda e la supposta risposta non erano riportate nel testo dell’intervista concordato per la pubblicazione ed inviato, come già detto, via fax per il benestare, cui era stata espressamente subordinata la pubblicazione;
3) Manipolato così il testo con l’inserimento della domanda sul processo il giornalista ha potuto affermare inveritieramente in prima pagina che il Presidente della Corte spiegava la sentenza e “sparare”, sempre in prima pagina — e questo era il suo vero fine — il titolo, a caratteri cubitali virgolettato (e, quindi, a me attribuibile) “condannato perchè sapeva”.
Il Mattino non ha mai pubblicato il testo integrale della trascrizione. Se il direttore Alessandro Barbano avesse tenuto fede al principio enunciato ieri in prima pagina (“Verità amara e dovere di raccontarla”) avrebbe dovuto pubblicare non solo la risposta di Esposito ma anche le domande vere del suo inviato.
Così i suoi lettori avrebbero capito una verità in più: la domanda decisiva sulla motivazione della sentenza Berlusconi non è mai stata pronunciata.
Marco Lillo
Leave a Reply