CONTRORDINE DI GRILLO: “ANDATE IN TVâ€. E CASALEGGIO SI FA FOTOGRAFARE SU “CHI”, IL SETTIMANALE DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI
I CINQUESTELLE CAMBIANO LA STRATEGIA MEDIATICA, LA TV NON E’ PIU’ IL NEMICO: DIPENDE DA CHI CI VA
Qualche sera fa se ne erano accorti solo i nottambuli.
Nella nuova striscia notturna de La 7 -Nightline — il capogruppo al Senato Nicola Morra sedeva e discuteva accanto al pdl Lucio Malan.
Ma come? Niente intervento esterno? Niente angolino separato?
Ebbene no, indietro tutta.
La strategia comunicativa del Movimento è cambiata. La tv era il nemico, un tempo (una scusa buona per cacciare Favia, Salsi, Mastrangeli).
Adesso la tv serve, eccome.
Così, scesi dal tetto sabato scorso, i 12 deputati in difesa della Costituzione, sebbene accolti da appena cento persone in piazza, ripetevano: «È stato un successo, siamo andati su tutti i tg».
E ieri l’argine è definitivamente franato nel momento incui Luigi Di Maio dibatteva con Debora Serracchiani a 8 e 1/2 a suon di «però se non mi fa parlare».
Precedendo di poco le performance di Nicola Morra a Virus e Vito Crimi a La gabbia.
Non c’è niente di casuale, in questa invasione di 5 stelle sul piccolo schermo. «Evitiamo i pollai e il plasticume di certe trasmissioni — dice il consulente della Comunicazione Claudio Messora all’Adnkronos — ma non rifuggiamo il confronto». Poi rivela: «Anche Grillo e Casaleggio incontreranno presto i giornalisti. Tra due settimane ci sarà la prima conferenza stampa a Milano. Ne prevediamo due al mese».
Nel frattempo, domani, i parlamentari già prescelti andranno al terzo “corso di comunicazione” alla Casaleggio Associati.
Sono 12, numero apostolico che da quelle parti sembra piacere.
In teoria dovrebbero turnare, ma non si è ben capito quando, nè per scelta di chi.
E che importa se il regolamento dice: «Evitare i talk show», e se sul suo altare si sia consumata più di una espulsione.
Se lo decidono Grillo e Casaleggio, le deroghe sono ammesse, salvo poi brandire le “tavole della legge” davanti ai pericolosi “dissidenti”.
Anche ieri, alla Camera, mentre in aula Paolo Bernini rammentava — ahinoi al mondo che «sull’11 settembre non ci sono prove», e che fu «un lavoro interno » agli Stati Uniti, uno scorato Tancredi Turco attaccava Casaleggio: «Noi non possiamo confonderci col Pd e lui può confondersi con Cernobbio?».
Poi la tesi, ormai diffusa: «Quel che serve è un governo di scopo su legge elettorale e di stabilità . A decidere dev’essere la Rete».
Il “guru” è furioso, con chi lo attacca.
«Li voglio fuori», è la frase risuonata nel quartier generale dopo le critiche degli ultimi giorni. Intanto, però, gioca una sua strana partita.
E in una pausa dei lavori di Cernobbio posa senza cravatta, in esclusiva per il settimanale della famiglia Berlusconi Chi.
Annalisa Cuzzocrea
(da “La Repubblica“)
Leave a Reply