QUEGLI APPALTI PUBBLICI ASSEGNATI A ROMEO, L’UOMO CHE FINANZIAVA I POLITICI
CONTRIBUTI DI 60.000 EURO ALLA FONDAZIONE DI MATTEO RENZI, 10.000 A CUPERLO, 230.000 A ZINGARETTI… CONTRIBUTI ANCHE A ITALO BOCCHINO, ORA DIVENTATO RESPONSABILE DEI RAPPORTI ISTITUZIONALI DEL GRUPPO ROMEO
Ci sono le piccole forniture, come l’acqua per un macchinario dell’università di Pavia, una bottiglia pagata 24 euro sul cosiddetto mercato elettronico contro i 4-5 chiesti dal vecchio rivenditore.
E poi ci sono i grandi appalti, come quelli per i servizi di pulizia e manutenzione degli edifici pubblici, dove torna spesso il nome di Alfredo Romeo, condannato in secondo grado per corruzione e turbativa d’asta, che negli ultimi anni ha finanziato le campagne elettorali di diversi politici.
Era dedicata alla Consip, la società del ministero dell’Economia che si occupa di acquisti della pubblica amministrazione, la puntata di Report andata in onda su Raitre.
«Siamo d’accordo che avere una centrale unica di acquisti sia una buona idea – dice Milena Gabanelli – ma poi dipende da come la traduci nella realtà . E come sempre la differenza la fa la qualità delle persone».
Nella «spartizione» – titolo dell’inchiesta di Emanuele Bellano e Luca Chianca – vengono ricordati i finanziamenti del gruppo Romeo alle campagne elettorali di diversi politici come Italo Bocchino (all’epoca in Fli) e Goffredo Bettini (Pd) che ha restituito 40 mila dei 50 mila euro ricevuti.
C’è anche Matteo Renzi con i 60 mila euro per la Fondazione Big Bang che il sindaco di Firenze commenta così: «Io francamente non l’avrei presi, l’ho anche detto ai miei amici della fondazione. Però probabilmente non lo sapevano nemmeno».
E ci sono anche i 10 mila euro per le cene elettorali nel 2006 di un altro candidato alla segreteria Pd, Gianni Cuperlo.
La cifra più alta va però a Luca Zingaretti, per le elezioni del 2008 alla Provincia di Roma, con 230 mila euro.
«I finanziamenti ai politici sono stati da essi stessi richiesti ed effettuati nei modi di legge» dice l’avvocato del gruppo Romeo in una lettera che Gabanelli legge in studio, aggiungendo: «Non ne dubitiamo ma possiamo sospettare che poi qualcuno venga favorito».
Tra gli appalti vinti attraverso Consip dal gruppo Romeo c’è anche quello per le pulizie al tribunale di Milano, con gli «uffici giudiziari che hanno espresso il loro non gradimento».
Nell’inchiesta viene intervistato un ex dirigente Consip, ripreso di spalle, la voce camuffata. Racconta come la società non sia tenuta a controllare la conformità dei beni venduti attraverso la propia piattaforma. Ci sono solo verifiche a campione, fatte da un’azienda esterna.
«La società che in questi anni ha effettuato i controlli – dicono gli autori – ha la sede in Svizzera, ed è la Sgs, il cui presidente è Sergio Marchionne».
Lorenzo Salvi
(da “il Corriere della Sera“)
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