MATTEO E DENIS CONTRO LETTA, PARTE IL TANDEM FIORENTINO
DA ANNI GIOCANO SULLO STESSO CAMPO…. QUANDO VERDINI VOLLE IL “DEBOLE” GIOVANNI GALLI CONTRO DI LUI A FIRENZE
“Matteo, io e te ci dobbiamo parlare”. Così Denis Verdini, uomo forte di Forza Italia, si rivolgeva a Matteo Renzi.
Oggetto? La trattativa sulla legge elettorale.
Lo scriveva il 19 dicembre l’Huffington Post. Poi il 21 la notizia diventava una denuncia, per bocca di Quagliariello, ministro delle Riforme per quel Nuovo Centro Destra che rischia di rimanere schiacciato in una trattativa tra il segretario del Pd e Berlusconi.
“Capisco benissimo che Renzi abbia più comodità , sia politica sia geopolitica, ad avere a che fare con Verdini che con noi. Con Denis non deve neanche spostarsi da Firenze: l’inciucio lo fa lì”, dice a Libero.
Matteo non risponde, non polemizza, non interviene. Anzi, si racconta di un colloquio tra i due tra Capodanno e la Befana.
D’altra parte ogni volta che i territori renziani e berlusconiani si toccano, l’accostamento tra il segretario del Pd e l’ex coordinatore del Pdl è immediato.
I loro rapporti si danno per scontati, non fosse altro — appunto — per la contiguità territoriale.
Anche se per la verità sono molto misteriosi: molti se ne dicono a conoscenza, nessuno è in grado di raccontare quando sono nati e come si sono evoluti. A favorirli sono anche i caratteri. Entrambi “toscanacci”, entrambi pronti alla battuta, entrambi irruenti, sopra le righe. Diversamente talentuosi, diversamente gemelli.
Epperò, se Matteo è andato ad Amici vestito come Fonzie, Denis si è fatto riprendere mentre cantava Rose rosse per te con Fiorello, se Matteo s’è presentato alla cerimonia degli auguri alle istituzioni di Napolitano con un inadattissimo abito grigio, Denis si lasciò andare all’indirizzo di Re Giorgio a un sonoro “ce ne freghiamo” delle prerogative del Quirinale (erano i tempi della fiducia del 2010, quella ottenuta da B. per il rotto della cuffia, dopo settimane di compravendita di deputati)
I due in pubblico sono stati visti insieme almeno una volta.
Anno 2008, location il meeting di Cl, evento la presentazione delle Lettere di Graziano Grazzini, consigliere provinciale fiorentino, cattolico, morto per infarto nel 2006. Renzi è presidente della Provincia, Verdini deputato.
Chi c’era tra i vicini a Matteo racconta che i rapporti tra i due in quell’occasione erano piuttosto tesi. Eppure durante le primarie per la candidatura a Sindaco di Firenze a una delle iniziative di Renzi venne avvistato anche l’imprenditore toscano, Riccardo Fusi, ex patron del gruppo Btp, finito nell’indagine sulla cricca, i cui assidui rapporti con Verdini sono noti.
Il nome di Fusi torna un’altra volta accostato a quello dell’allora presidente della Provincia: nelle carte note dell’inchiesta sulla P3, si parla di un volo promesso ad Andrea Bacci (allora presidente di Florence Multimedia) da Fusi per permettere a Matteo di non far tardi alla trasmissione della Bignardi.
Renzi smentì tutto: “Mai volato su un aereo di Fusi, non ho mai chiesto a Fusi o ad altri imprenditori l’utilizzo per fini personali o istituzionali di un elicottero, non so perchè Andrea, che è un mio amico, lo abbia fatto”.
E poi c’è la decisione di schierare l’ex portiere della Nazionale Giovanni Galli a Firenze per la poltrona di primo cittadino.
Una candidatura voluta dallo stesso Denis, che molti valutarono particolarmente debole. Le interpretazioni si sprecano: nel centrodestra oggi i più sobri tra i nemici dell’ex coordinatore del Pdl dicono che lui in Toscana – trattandosi di una regione rossa – ha da sempre giocato a perdere contro il centrosinistra per garantirsi una sua area di potere.
I più avvelenati lo accusano di aver voluto favorire Renzi, perchè gradito a B.
È l’Espresso che il 21 giugno del 2012 tira fuori un documento riservato messo a punto per il Cavaliere da un gruppo ristretto di consiglieri capeggiati da Dell’Utri e Verdini, invitandolo a catturare il campione del campo avverso, “il solo giovane uomo che ci fa vincere, Matteo Renzi” e schierarlo con il Cav..
Ovviamente non se ne fa nulla. Quello che oggi è il segretario del Pd ha detto in tutte le salse possibili che il suo campo è il centrosinistra.
E le pro-offerte amorose di Verdini degli ultimi giorni? Si spiegano, secondo gli uomini vicini al sindaco di Firenze, come una manifestazione della guerra di potere dentro a FI, che vede schierato anche nella trattativa sulla legge elettorale l’ex macellaio (che vuole il sistema spagnolo) contro il capogruppo Renato Brunetta (per il Mattarellum).
Wanda Marra
(da “il Fatto Quotidiano”)
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