SCUDO-PARTITI PER COPRIRE TRAME E FAVORI DI NUNZIA
ZIO FAVORITO PER IL BAR DELL’OSPEDALE: “IL MINISTRO NON DEVE RIFERIRE IN AULA”, ALLA CAMERA SI COMPATTANO TUTTI
Nunzia De Girolamo non andrà in aula a riferire sulle intercettazioni pubblicate dal Fatto Quotidiano, secondo le quali favorì un suo zio nell’ottenere l’affitto di un bar all’interno di un ospedale.
I cinquestelle avevano chiesto ufficialmente un’informativa del ministro. Ma la conferenza dei capigruppo ha detto di no: la presidente, Laura Boldrini si è riservata di decidere e, sentiti tutti i capigruppo, ha chiesto ai grillini di trovare un’altra forma per chiarire i fatti: un’interpellanza, un’interrogazione, un question time.
Nessuno ha obiettato, nessuno ha insistito per avere il ministro dell’Agricoltura in aula.
Dalla Camera spiegano che si è ritenuto che la forma più adeguata per far luce sui fatti fosse appunto un’altra: un’interrogazione, un’interpellanza, un question time.
E che la Boldrini in realtà non ha fatto altro che interpretare il parere di tutti i capigruppo.
Ma perchè in giornate in cui scoppiano casi e casi nella maggioranza, in cui sembra davvero che la tensione sia altissima e il governo appare preso di mira costantemente dal fuoco amico, un caso come quello De Girolamo viene ignorato anche istituzionalmente?
Per Palazzo Chigi quello sul titolare dell’Agricoltura è “un non caso”.
Il Pd di Renzi ufficialmente non prende nessuna posizione e si riserva di esaminare i fatti.
D’altra parte, nella complicata partita con Enrico Letta il segretario non ha alcun interesse ad aprire il fuoco su un altro ministro, visto che vuole evitare di trovarsi coinvolto nell’azione di governo con un rimpasto.
Quakche sporadica voce nella minoranza del partito si sente.
Khalid Chaouki, balzato agli onori della cronaca per aver vissuto qualche giorno prima di Natale nel Cie di Lampedusa, esprime qualche “dubbio” su tutta la questione.
Danilo Leva, l’ex responsabile Giustizia, definisce “opportuna” la presenza in Aula del ministro per riferire. Matteo Orfini, di fronte alla possibilità di una sfiducia, dichiara: “Non si votano le mozioni altrui, in caso sarebbe meglio un atto di responsabilità del ministro”.
Tiepida Forza Italia, che si preoccupa di non esprimere una posizione. Il capogruppo Brunetta rimanda il tutto alle future eventuali sedi istituzionali. Laura Ravetto e Deborah Bergamini mettono agli atti un “non rispondo”.
Rimane lo sfogo di Michaela Biancofiore, ex sottosegretaria, la prima dimissionata dal premier: “Sono sicura che Nunzia non è colpevole di nulla. E per me che sono stata sua amica è difficile parlare, dopo la delusione che mi ha dato lasciando Forza Italia. Ma il modo in cui si esprime nelle intercettazioni ci dice che non ha imparato nulla degli insegnamenti di Berlusconi. Certo sarebbe il caso che venisse in Parlamento per lavarsi dall’onta sul suo nome”.
Wanda Marra
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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