SCAJOLA DAL CARCERE: “FARO’ COME ANDREOTTI, RESISTERO’ A TUTTE LE ACCUSE E ALLA FINE MI CHIEDERANNO SCUSA”
L’EX MINISTRO SI SFOGA CON L’AMICO BARANI CHE E’ ANDATO A TROVARLO A REGINA COELI
“La vuoi sapere una cosa? Io uscirò da qua in forma e a testa alta” Claudio Scajola si confida, lo fa dal carcere di Regina Coeli dove è rinchiuso da 5 giorni isolamento.
Lo fa con il suo amico di una vita, quel Lucio Barani ora senatore Gal (Gruppo autonomie e libertà ) ma socialista da sempre: craxiano di ferro, talmente orgoglioso di esserlo da portare sempre un garfoano rosso all’occhiello del suo vestito elegante.
Ieri Barani, ligure come Scajola, è andato a trovare l’amico Claudio e al Corriere ha raccontato parole e condizioni dell’ex ministro: “Farò come Andreotti – dice – resisterò tenacemente a tutte le accuse e al fango come il Divo Giulio. E alle fine tutti magistrati giornalisti mi dovranno chiedere scusa pubblicamente. Perchè – aggiunge – quello che leggo sui giornali e ascolto in televisione semplicemente non è vero. Il conto corrente alla Camera e tutto il resto…”.
Scajola dice di sentirsi in una dittatura: “Non è più democrazia ormai si agisce con metodi da criminalità organizzata” critica gli arresti: “Arrestano, la madre, la moglie (di Matacena, ndr) per farla parlare. Ma io – contrattacca – non soccomberò, anzi ne uscirò alla grande”.
Come racconta il Corriere, nell’attesa l’ex ministro ha trascorso questi giorni in cella leggendo gli atti giudiziari, guardando la tv, pregando e trovando conforto nella pagine di Gesù di Nazareth, il libro del papa emerito Joseph Ratzinger: “Io qua dentro – rivela – sto attentissimo a tutto e mi curo meticolosamente. Mi curo – dice il diabete – e l’ipertensione. Sto attento – ammette – pure alle correnti d’aria e mi faccio la doccia a pezzi e bocconi”.
Frastornato ma combattivo: “Io mi dovrò difendere e mi difenderò e – conclude – se mi vogliono far fuori con la malattia davvero si illudono”.
(da “il Corriere della Sera“)
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