E’ TORNATO IL GRANDE FREDDO ANCHE TRA FINI E BERLUSCONI
IL PREMIER SI INTERESSA DI TUTTO, MA SE FINI VUOL FARE POLITICA NEL PDL “CHE LASCI LA PRESIDENZA DELLA CAMERA”…. FINI VUOLE BOCCHINO AL POSTO DI LA RUSSA E HA PRONTO UN GRUPPO DI 50 DEPUTATI E 30 SENATORI… BERLUSCONI DIFENDE FELTRI PERCHE’ “FA VENDERE COPIE” E HA UN SOLO OBIETTIVO: EVITARE I PROCESSI
Siamo in periodi di temperature polari e che il grande freddo stia tornando anche tra Berlusconi e Fini non è poi una notizia “fuori stagione”.
Nel corso del pellegrinaggio votivo in quel di Arcore, in cui si avvicendano i visitatori miracolati di corte, da quelli della prima ora agli ultimi suonatori di cornamusa, Storace e Santanchè, il premier è sempre più critico verso il presidente della Camera, reo di voler dire la sua nella gestione del partito. Come se il premier non mettesse becco su tutto, persino sulle candidature del Pdl a Roccacannuccia.
Forse, trasportato dall’enfasi del partito dell’amore contro quello dell’odio (intellettuale di riferimento, Perdente Feltri), Silvio trova una contraddizione tra chi, rivestendo un ruolo istituzionale, come Fini, non dovrebbe svolgere un ruolo “politico” nel partito.
Come se i vari Lupi, Bondi, Gasparri e compagni di merende, non entrassero spesso a gamba tesa sulle altrui affermazioni (peraltro con successo proporzionato al loro ruolo di ripetitori tv).
La Sicilia è allo sfascio, il sud è incazzato, il nord è stato regalato alla Lega, non si riesce a trovare un candidato credibile in tante regioni, ma il problema è Fini.
Verrebbe quasi da ridere, considerando che il Gianfri è uomo pragmatico e reclama il suo 30% del Pdl.
Se La Russa non lo rappresenta più e se Gasparri ha preso la tessera a dis-honorem della Lega, ovvio che voglia un suo uomo (leggi Italo Bocchino) nel triumvirato.
Qualcuno pensa di avere forse il diritto di imporre il proprio pensiero a tutti?
Il patto davanti a Gianni Letta di qualche settimana fa prevedeva cose ben diverse.
Che i forzaitalioti si mettano l’anima in pace, sembra dire Fini, siamo entrati nel Pdl con le nostre idee, non per ingoiare tutto.
E i suoi stanno lavorando a un gruppo parlamentare autonomo di almeno 50 deputati e 30 senatori, in grado di far saltare il banco in qualsiasi momento. Quello che i berlusconiani di stretta osservanza non vogliono ammettere è che della linea originaria del Pdl rimane ben poco: si vive di spot e di slogan, si dà spazio alle stronzate leghiste a uso dei gonzi, persino ai loro pessimi imitatori, sui temi sociali non si è fatto nulla, in politica estera siamo patetici e ininfluenti col solito servilismo filoamericano, di moralizzazione della vita pubblica non se parla.
L’unico argomento che arrapa sono le leggi ad personam, ogni giorno è uno spaccamento di palle con legittimo impedimento, lodi Alfano costituzionali, processi brevi.
Il Pdl sta a galla solo perchè gli altri ancora più sfigati, questa è la verità .
E l’elettore è rassegnato a votare per il male minore, non per il meglio.
Il centrodestra invita la sinistra a partecipare al tavolo delle riforme, poi, se vai a fondo, le uniche che interessano sono quelle per evitare al premier di presentarsi ai processi.
Ma che partito dell’amore, non diciamo sciocchezze.
Da tutte le parti si cerca solo di acchiapare soldi e potere.
Andate un po’ a guardare gli interessi della Lega su Cariverona che ha il 5% di Unicredit.
Nessuno dice che 22 dei 30 consiglieri della potente banca veronese provengono dagli enti territoriali e nascondono interessi profondi.
O che Bossi potrebbe arrivare all’8% di Unicredit, diventando il primo azionista di Piazza Cordusio.
E i pirla votano ritenendo che la Lega pensi a ridurre le tasse ai veneti.
Un altro esempio: il partito dell’amore è quello che non specula sulle disgrazie? Il Pontefice quando è stato fatto cadere da una malata di mente non l’ha denunciata, ha mandato il suo segretario a farle visita e ha ribadito che non si parla di denunce, semmai di aiuto.
Questo vuol dire amare.
Non continuare a speculare sull’atto di un malato mentale per parlare di “mandanti morali” nella sinistra che alimenta l’odio.
Uno avrebbe dovuto subito dire che non c’era alcuna matrice politica, che avrebbe perdonato il suo aggressore: questo è amore vero, altrimenti si tratta solo di logori slogan.
E poi l’errore fatale: la tesi aberrante che se si lascia spazio ” a destra”, se non si rincorre la Lega su moschee e affogamenti di immigrati nel mar di Sicilia, si “perdono voti”.
Cazzate: la Lega va contrastata dimostrando l’opposto, che non si vive alimentando paure, ma gestendo il futuro, che l’elettorale di destra sa distinguere e maturare, esige rispetto delle leggi, ma sa anche riconoscere diritti.
Oppure il Pdl faccia qualche inchiesta: quanti ministri e parlamentari leghisti si sono rifiutati di fare l’esame antidroga proposto da Giovanardi?
Fuori i nomi, su.
Ovvio che bisognerebbe che quelli del Pdl lo avessero fatto tutti, vero?
O andiamo a guardare quante case intestate a sè o a prestanomi aveva qualche padano prima di entrare a fare politica locale e quante ne ha adesso. Ma chi pensate di prendere per il culo?
Ne vedremmo delle belle nella Padagna del magna magna, sufficienti per far capire a qualche elettore a che soggetti dà il proprio voto “moralizzatore”… Qualcuno ci deve ancora spiegare come mai la Lega, per l’acquisto da un noto palazzinaro romano dell’edificio che ospita gli uffici dei gruppi parlamentari, cambiò il proprio voto inizialmente contrario, mettendo poi a bilancio un contributo di 40.000 euro dello stesso costruttore.
Palla lunga e pedalare, altro che roma ladrona e coglioni che li rincorrono.
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