MOSE, SI DECIDE IL DESTINO DI MATTEOLI E GALAN
SETTIMANA DECISIVA PER I DUE EX MINISTRI: DEL PRIMO SI OCCUPERA’ IL TRIBUNALE DEI MINISTRI, PER IL SECONDO PENDE UNA RICHIESTA DI ARRESTO ALLA CAMERA
Enrico Letta annuncia querela contro il Fatto Quotidiano per l’articolo pubblicato ieri sui soldi che la società Italia Futuro Servizi, interamente controllata da VeDrò, think tank dell’ex premier, ha ricevuto dal Consorzio Nuova Venezia del “grande burattinaio” della cricca del Mose, Giovanni Mazzacurati.
Soldi che, leggendo le lettere tra i due, sono stati chiesti dalla società riconducibile a Letta di cui è tesoriere e amministratore unico Riccardo Capecchi
I rapporti tra Mazzacurati e Capecchi sono ricostruiti nelle carte dell’inchiesta sul Mose.
A Capecchi abbiamo chiesto l’elenco di quanti hanno versato soldi alla società per finanziare il “progetto VeDrò” dal 2006 al 2012 ma non abbiamo ancora avuto il materiale.
Agli atti ci sono i documenti sequestrati dalla Guardia di Finanza nell’abitazione privata di Capecchi , oggi amministratore delegato di Poste Energia.
L’inchiesta, intanto, va avanti.
Questa settimana saranno decise le sorti dei due politici più rilevanti coinvolti: Altero Matteoli e Giancarlo Galan.
Quelle del terzo, Giorgio Orsoni, si sono già concluse: ha patteggiato quattro mesi per finanziamento illeciti e abbandonato la carica di sindaco.
Dell’ex ministro, indagato per le bonifiche di Marghera, si occuperà oggi il tribunale dei ministri del Veneto.
Il presidente Monica Sarti ha convocato altri due componenti, i giudici di Venezia Priscilla Valgimigli e Alessardo Girardi, alla cittadella della giustizia per valutare come procedere con l’ex titolare delle Infrastrutture che, secondo la testimonianza di Mazzacurati, avrebbe ricevuto tangenti recapitate anche nella sua abitazione in Toscana.
Con la posizione di Matteoli sarà affrontata anche quella di Erasmo Cinque, ritenuto suo braccio destro e titolare della società Socrostamo che, secondo l’accusa, Matteoli ha imposto al Consorzio Venezia Nuova in cambio dei 600 mila euro di “condono ambientale” a Marghera e di una percentuale del 6,5% sugli appalti, indicata dai magistrati come “tangente”.
I giudici del tribunale dei ministri dovranno decidere quando sentire Matteoli, come chiedono i suoi legali.
Per l’ex presidente della Regione Veneto, Galan, è atteso per mercoledì il verdetto della giunta per le autorizzazioni a procedere.
È la seconda riunione e potrebbe essere ulteriormente aggiornata. Per Galan il gip di Venezia ha chiesto l’arresto in carcere ma è indispensabile il via libera da parte di Montecitorio.
Il fu governatore ha cercato di farsi convocare dai magistrati per spiegare la sua posizione. Ma i pm hanno preferito rimandare il confronto. Galan potrebbe presentare un memoriale
Mercoledì e venerdì, invece, sono previste le udienze al tribunale del riesame presieduto dal giudice Angelo Risi.
Tra due giorni saranno affrontate le posizioni, tra gli altri, di Stefano Boscono Bacheto, titolare della cooperavita San Martino da cui è scaturita l’intera inchiesta nel 2009, di Luciano Neri, “mazziere” dei finanziamenti illeciti da distribuire alla politica e di Federico Sutto, segretario di Mazzacurati.
Antonio Massari e Davide Vecchi
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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