SALVINI PRESENTA IL SIMBOLO PER CORRERE AL SUD (INSEGUITO DAGLI ELETTORI)
IL LEADER DELLA LEGA TRA FLASH E SELFIE… IN PLATEA NOTABILI RICICLATI E VECCHI ROTTAMI
Più che un Carroccio servirebbe un pullman, per contenere gli aspiranti leghisti che dal centrosud stanno premendo per salire sulla zattera di Matteo Salvini.
Montecitorio, centro di Roma, ore 12: il leader leghista ha appena presentato il simbolo della sua nuova formazione, “Noi con Salvini”, che si presenterà alle elezioni dall’Umbria in giù.
Giallo e blu su campo bianco, gigantesco il nome del leader che però svicola dal culto della personalità : “Conta la squadra, le megalomanie le lascio a Renzi” (sembra vero…
Più che una conferenza stampa è il solito mini comizio, un Bignami di un anno dell’altro Matteo, dal no euro al no immigrati alla flat tax al 15%.
Si scopre il simbolo, i flash impazzano, una vecchia volpe come Giancarlo Giorgetti si lascia sfuggire una battuta: “Sembra la Croisette, cazzo!”.
L’ex comunista padano mugola: “Adesso ce la giochiamo in tutta Italia”.
“Non ho mai attaccato i cittadini del Sud”, afferma lo spergiuro, “solo le cattive amministrazioni. Per noi Roma ladrona era quella che sta emergendo adesso con Mafia Capitale, non le brave persone che qui vivono…”.
Finisce la presentazione e inizia lo spettacolo. Frotte di notabili o aspiranti tali da tutto il Centrosud fanno a gomitate per un selfie con Matteo, c’è persino chi gli confida: “Mia moglie è innamorata di te!”. Poveretta… E lui, per una volta dice la verità : “Si vede che non mi conosce…”.
Arrivano quelli di Bari: “Matteo, facci un video per la pagina Facebook ‘Bari con Salvini’. Ti aspettano”. E lui: “E io arrivo, a gennaio parte un tour in tutto il Centrosud, abbiamo già 120 inviti, da solo non ce la faccio” (manderà un sosia…)
Arrivano anche i siciliani, Davide Romeo di Agrigento sta sponsorizzando la candidatura a sindaco del leghista trevigiano Marco Marcolin (dice di essere stato parecchie volte in ferie nell’agrigentino, quindi sarebbe adatto…).
Spiega Romeo: “Quella candidatura può essere un laboratorio politico, per capire se il progetto di Salvini decolla in Sicilia”.
Le signore, look improbabili, si accalcano per i selfie, e anche molti ragazzotti, molti sono per la prima volta in Parlamento, emozionati come scolari.
C’è tanta destra romana alla Sala del Mappamondo a “baciare l’anello” del “nuovo Messia”. Una destra che stava tentando di tornare alla ribalta grazie alle gaffe e alle multe di Marino e che, dopo il coinvolgimento di Alemanno nell’inchiesta su Carminati, è rimasta orfana.
C’è Silvano Moffa, ex finiano poi riconvertito dal Cavaliere e ora rimasto a piedi, Barbara Mannucci, che viene dalla scuola quadri di Dell’Utri e suo marito, già assessore al Personale proprio con Alemanno.
Si scalda in panchina l’ex ministro delle Comunicazioni Mario Landolfi.
In prima fila anche Marco Pomarici, presidente del Consiglio comunale di Roma nella scorsa consiliatura e ora unico componente di un gruppo proto-leghista.
E tanti suoi fans, alcuni con i crani rasati.
E poi c’è lui, Mario Borghezio, eterno europarlamentare, anello di collegamento con Casa Pound tornato a una seconda giovinezza e rieletto proprio nella circoscrizione Centro grazie alle preferenze della destra estrema (suicidio rituale…)
Salvini torna più e più volte a ribadire che “noi restiamo la Lega Nord, e infatti al primo dei cinque punti nel nuovo progetto ci sono federalismo ed autonomia”.
Excusatio assai petita, visto che il verde è sparito dal simbolo (si vergognano giustamente a dichiararsi per quello che sono…)
Matteo ha pronta la battuta letale: “Se mescoli giallo e blu viene fuori il verde…”. Parte facendo gli auguri per il “Santo Natale”e poi l’apoteosi: “noi proponiamo una visione del mondo, un progetto di vita opposto a quello di Renzi”.
Che sia quello di sistemare le due mogli in Comune e Regione a spese dei contribuenti senza concorso e per chiamata diretta a 75.000 euro l’anno?
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