PER FARE DA CICERONE AI TURISTI IL COMUNE DI CATANIA AVEVA DESTINATO UN SORDOMUTO
ASSUNTO IN QUOTA DISABILI, ERA STATO DESTINATO A FARE DA GUIDA PER I TURISTI A PALAZZO PLATAMONE, ANTICA DIMORA BAROCCA E SEDE DI MOSTRE… IL NUOVO ASSESSORE ALLA CULTURA, IN VISITA, SE NE ACCORGE E LO DESTINA AD ALTRE MANSIONI…MA CON CHE CRITERI VIENE ASSEGNATO IL PERSONALE?
Palazzo Platamone, a Catania, è una antica e bella dimora il cui cortile è stato recentemente ristrutturato, prendendo il nome di Cortile della Cultura: costituisce un gioiello di architettura medievale, meta di visite dei turisti che si aggirano tra le vie barocche della città etnea.
Palazzo Platamone è stato dimora nel XVI secolo della famiglia Platamuni, vicerè nel periodo borbonico, e poi convento di San Placido, oggi un fiore all’occhiello per mostre ed esposizioni.
Catania negli ultimi anni ha avuto parecchi problemi amministrativi: nel 2008 è salita alla ribalta nazionale grazie al buco di bilancio di oltre un miliardo di euro, pari a 3.379 a cittadino.
Un deficit che aveva avuto conseguenze paradossali, come i vigili urbani costretti ad andare a piedi perchè le auto erano senza benzina, o come le strade lasciate al buio perchè non erano state pagate le bollette.
Si era così arrivati a interventi governativi per coprire in parte il buco di bilancio e il 4 giugno scorso è stata varata una nuova giunta, presieduta dal sen. Pdl Raffaele Stancanelli.
Una giunta anomale, composta di soli otto assessori, nessun politico, tutti tecnici, per tentare di dare una svolta.
Assessore alla Cultura è stata nominata la stilista Marella Ferrera che ha deciso subito di andare a visitare le bellezze cittadine, patrimonio la cui tutela è centrale per il ruolo assegnatole.
E Marella inizia proprio il tour di verifica da Palazzo Platamone, all’angolo tra via Landolina e via Vittorio Emanule: si avvicina al portone e trova un uomo seduto su una sedia, con un congegno elettronico in mano.
Gli rivolge un paio di domande, nessun cenno di risposta.
Quando l’assessore torna negli uffici comunali, chiede chi sia e viene a sapere che si tratta di un disabile sordomuto, assunta in quota invalidità ( e fin qui tutto regolare) e destinato, da chi non si sa, a fare il custode e la guida turistica al Cortile Platamone.
In pratica l’uomo, sordomuto, aveva il compito di fare da cicerone ai turisti, italiani e stranieri, che volevano visitare il monumento.
Per fortuna l’assessore Marella Ferrera, con molto tatto, ha parlato di “una persona sensibile, molto intelligente, da proteggere e valorizzare, direi sprecato, ma che è stato collocato nel posto sbagliato” e lo ha subito destinato ad altre mansioni.
Viene da chiedersi quanti dirigenti comunali fossero a conoscenza di questa situazione paradossale senza aver mai mosso un dito, quanti politici, andando a inaugurare mostre, si fossero resi conto di questa assurdità senza però proferire rilievi.
C’è voluta la casualità di un “assessore tecnico” in vena di verifiche per far emergere una vicenda da film comico.
In fondo il disabile faceva del suo meglio con coscienza, molto più di quel dirigente che lo aveva assegnato a quel posto.
Altro che Brunetta che vorrebbe che i criteri meritocratici ai dipendenti venissero assegnati dai dirigenti: cominci lui a creare un gruppo di ispettori da mandare in visita agli uffici di tanti dirigenti, negli enti locali da nord a sud.
Ne scoprirebbe delle belle.
Ammesso che li trovi in ufficio.
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