MA CHE MODELLO BBC, A LONDRA LE NOMINE SI FANNO CON BANDI E COLLOQUI PUBBLICI
I VERTICI SONO IL TRUST E L’EXECUTIVE BOARD: I MEMBRI DEL PRIMO SONO SELEZIONATI IN BASE A UN CODICE SULLE NOMINE E SORVEGLIANO IL SECONDO
Nomine tra candidati scelti con bando pubblico e selezione tramite colloquio, un’unica newsroom per tutte le reti aziendali e il Parlamento che svolge solo funzioni di controllo e non elettive.
Sono i tre principi su cui si basa la governance della British Broadcasting Corporation, modello dichiarato della riforma della Rai ipotizzata dal governo: caratteristiche studiate per rendere il sistema radiotelevisivo britannico il più indipendente possibile dalla politica.
Una contesto in cui i dirigenti vengono reclutati attraverso un colloquio pubblico che segue le stesse regole imposte dal Codice sulle nomine di tutte le cariche pubbliche britanniche.
Un esempio di indipendenza, ma ai britannici non basta: un report della Commissione Cultura, Media e Sport della Camera dei Comuni giudica insoddisfacente il livello di controllo cui sono sottoposte la gestione dell’azienda e la programmazione e chiede la creazione entro il 2017 di una una commissione esterna e indipendente che vigili sull’operato dei vertici.
La struttura: il Trust e l’Executive Board
I vertici della Bbc sono divisi in due organi con funzioni complementari: il Trust e l’Executive Board.
Il primo svolge tre funzioni, seguendo le disposizioni contenute nel contratto che regola i rapporti tra Stato e Bbc (Royal Charter): dettare le linee generali riguardo alle scelte strategiche dell’emittente, al bilancio interno e vigilare sull’operato dell’Executive Board.
Le nomine dei membri del Trust, che può essere paragonato per funzioni al Cda della Rai, non avvengono come in Italia per decisione del Parlamento, ma sono fatte “dalla Sovrana su designazione del Primo Ministro, previo parere del Dipartimento di Cultura, Media e Sport (Dcms)”, su un numero di candidati che hanno partecipato a un colloquio pubblico e a una selezione effettuata da una commissione esaminatrice della quale fanno parte il presidente della Bbc, un membro del Dcms e altri membri esterni.
La selezione avviene seguendo le disposizioni contenute nel Codice sulle nomine pubbliche dell’Ufficio del Commissioner for Public Appointments. In sostanza i vertici della Bbc non vengono nominati dalla politica, ma selezionati tramite colloquio come avviene per qualsiasi altro funzionario della Pubblica amministrazione.
Nel Codice sulle nomine “i dipartimenti, d’accordo con i ministeri di riferimento, sono responsabili della progettazione e dello svolgimento dei processi di nomina (…) con i principi di merito, correttezza e pubblicità che devono essere seguiti in ogni caso”.
Gli addetti alla selezione, si legge ancora, devono prendere in considerazione non solo il curriculum vitae del candidato, ma anche le sue attitudini professionali e caratteriali, da valutare durante il colloquio pubblico, che possono renderlo più o meno idoneo a ricoprire la carica.
Questi criteri devono essere analizzati e discussi preventivamente e approvati dal ministero di riferimento, “responsabile finale del processo di selezione candidati”. Non solo: al termine dei colloqui, “il presidente della commissione produrrà un report che descrive le fasi e la conclusione del processo di selezione, dimostrando che questo si è svolto secondo i criteri del Code of Practice“.
La prima selezione, quindi, non viene lasciata all’arbitrarietà dei membri della Commissione, ma segue le regole procedurali di qualsiasi altro bando pubblico, con tanto di valutazioni relative a eventuali conflitti d’interesse e di recenti attività politiche, anche se queste “non costituiscono un ostacolo alla nomina”.
Funzioni diverse, invece, sono svolte dall’Executive Board.
Questo è l’organo esecutivo della Bbc che recepisce le direttive generali e le linee guida stabilite dal Trust e le mette in pratica, sia in materia di strategie aziendali che di bilancio.
L’Executive Board è articolato in sotto-comitati, ognuno dei quali svolge una funzione specifica, ed è presieduto dal direttore generale, nominato dai membri del Trust.
I comitati possono essere di numero e composizione variabile, anche se per prassi troviamo sempre il comitato di controllo, formato solo da membri non esecutivi e con la funzione di controllo del rispetto degli standard; il comitato delle retribuzioni, formato da membri non esecutivi, che si occupa degli stipendi dei dipendenti; il comitato delle nomine.
Proprio quest’ultimo, composto da membri esecutivi e non esecutivi e istituito dal Royal Charter, ha il compito di selezionare e proporre i membri dell’Executive Board.
Verso una nuova commissione esterna di controllo
La Commissione per la Cultura, i Media e lo Sport della Camera dei Comuni svolge un ruolo di controllo sulle linee guida stabilite dal Trust, sull’amministrazione e i progetti di spesa.
Questa situazione, però, potrebbe subire dei cambiamenti se verrano prese in considerazione le proposte contenute in un report della stessa Commissione.
Nel documento si legge che il Trust, negli ultimi anni, ha abbassato il proprio livello di controllo sulla programmazione, permettendo l’acquisto di format che non rispettano i canoni del servizio pubblico.
“E’stato un errore — si legge — non affidare il controllo della Bbc a un soggetto esterno già nel 2007“.
Per migliorare la qualità del prodotto e garantire maggiore indipendenza “suggeriamo che il Trust venga abolito e (…) sostituito da un “consiglio unitario” che avrà “la completa responsabilità della governance e delle operazioni della Bbc, nei limiti imposti dal Royal Charter”.
Una Public Service Broadcasting Commission, una commissione esterna e indipendente, poi, avrà il ruolo di vigilare sull’operato del nuovo board e “approvare il piano strategico elaborato da quest’ultimo e supervisionare la sua esecuzione”. In sostanza, per i britannici la governance attuale non è strutturata in modo tale da garantire il grado di indipendenza dalla politica di cui la Bbc ha bisogno e la politica sta cercando il modo di rendere ancora più performante il servizio pubblico e la sua governance più indipendente dalla politica.
G. Rosini
(da “il Fatto Quotidiano“)
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