I DEPUTATI SI TAGLIANO LO STIPENDIO, MA FANNO I FURBI: SOLO 55O EURO, FINI PROPONE UN TAGLIO DI 2.127 EURO
BRACCIO DI FERRO SULLE VOCE DA TOCCARE: I DEPUTATI VORREBBERO TAGLIARE IL 10% SOLO DELL’INDENNITA’ BASE, FINI IL 10% SU TUTTO LO STIPENDIO… E SCATTA IL PANICO
È guerra sul taglio degli stipendi di deputati e senatori.
In teoria sono tutti d’accordo che debba essere del 10%, lo stabilisce la manovra anti-crisi di Tremonti.
Un po’ meno concordi invece lo sono su quali voci della busta paga i tagli debbano essere operati: l’austerity va applicata solo all’indennità o a tutto lo stipendio?
Per i questori di Camera e Senato (altro non sono che parlamentari), la sforbiciata deve riguardare solo l’indennità , per un totale di 550 euro al mese, a fronte della “paga base” di circa 5.550 euro.
Un colpo di mano rispetto alle linee guida messe a punto a fine maggio dai presidenti dei due rami del Parlamento che prospettavano un taglio del doppio, mille euro al mese, nonchè la “diaria a punti”, un sistema sparito dalle proposte dei questori, che prevedeva un guadagno direttamente proporzionale alle presenze in aula e commissioni.
Da destra a sinistra tutti plaudono a parole al taglio degli stipendi, ma nessuno osa addentrarsi nel labirinto delle cifre e così sul tavolo resta la proposta formulata tra ieri e martedì dai questori: via il 10% dell’indennità parlamentare che ammonta a 5.486 euro, ovvero decurtazione di 550 euro al mese.
Un sacrificio pari alla metà di quello prospettato a maggio grazie al quale i due rami del Parlamento puntavano a recuperare 12 milioni l’anno.
Un atto di furbizia prealtro prevedibile, a detta di molti.
Si fa vedere che si taglia, ma solo su una voce che rappresenta in realtà un quarto delle entrate di un deputato.
E così Fabrizio Alfano, portavoce del presidente della Camera Gianfranco Fini, ha gelato l’entusiasmo dei parlamentari che, stretti tra mutui, famiglie a carico e spese di rappresentanza, stavano già brindando al pericolo scampato: quella del taglio della semplice indennità è “solo un’ipotesi tra le altre – ha detto Alfano – i questori hanno svolto un’attività istruttoria elaborando varie ipotesi, ma a decidere saranno la prossima settimana gli uffici di presidenza”.
Poco dopo lo stesso Fini è stato ancora più chiaro dicendo che “c’è un po’ di confusione, serve una riflessione perchè il taglio deve ammontare al 10% di tutto lo stipendio e non solo di una parte di esso, se no non è del 10%”.
Fatti due calcoli, onorevoli e senatori sono caduti dalla sedia: sommando tutte le voci (indennità , diaria, rimborso spese di segreteria, viaggio e telefono per un totale di oltre 21 mila euro) il taglio arriva a 2.127 euro al mese.
La decisione definitiva sul sacrificio dei parlamentari sarà presa la settimana prossima dagli uffici di presidenza composti, oltre che da Fini e Schifani, dai loro vice, dai questori e dai segretari d’aula.
In più ci sono gli altri tagli confermati dai questori: per il personale di Camera e Senato ci sarà una sforbiciata del 5% per i redditi superiori a 90 mila euro e del 10% per quelli oltre i 150mila, il blocco triennale dei meccanismi di adeguamento automatico degli stipendi e il pensionamento a 60 anni rispetto ai 57 attuali.
Fini ha anche parlato di una “riduzione degli stanziamenti di alcune voci di bilancio”.
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