RIPARTE LA TRATTATIVA GRECIA-UE: APERTURA ALLA PROPOSTA GRECA PURCHE’ SIA “SERIA”, IL FMI OFFRE ASSISTENZA TECNICA
DRAGHI NON AUMENTA LIQUIDITA’ ALLE BANCHE PER FARE PRESSIONI SUL NEGOZIATO…TSIPRAS INCASSA L’APPOGGIO DI QUASI TUTTI I PARTITI
Al termine dell’atteso Consiglio direttivo della Bce, arrivano due notizie: una buona e una cattiva, per i greci.
Da un lato la Banca Centrale lascia invariato il tetto dell’Ela, i fondi di emergenza che tengono in vita gli istituti di credito greci a rischio collasso.
Ma, dall’altro, chiede maggiori garanzie per ottenere la liquidità .
Con questa correzione le banche greche dovranno aumentare i titoli portati a garanzia per avere lo stesso ammontare di prestiti.
Nel day after greco, la mossa dell’Eurotower chiude il cerchio delle reazioni alla vittoria del No nel referendum greco.
Tutti i protagonisti hanno messo sul tavolo le loro condizioni.
E tutti hanno lanciato segnali distensivi per dare una nuova spinta alle trattative, in vista dell’Eurogruppo di martedì.
Da Tsipras al Fondo Monetario Internazionale, da Hollande a Merkel fino a Mario Draghi, la volontà è quella di riaprire il tavolo e arrivare velocemente a un accordo.
La decisione della Bce di mantenere stabile la liquidità d’emergenza era nell’aria: un aumento sarebbe stato un aiuto evidente al governo di Alexis Tsipras, e di certo non sarebbe stato accolto con favore dai creditori internazionali.
Un taglio della liquidità avrebbe invece condannato definitivamente le banche greche all’insolvenza.
Una via di mezzo, quella presa dal consiglio della Bce, ma non senza un prezzo: l’aumento dell’haircut sul valore dei titoli greci portati in garanzia dei prestiti è un modo per fare pressione sulle parti per trovare un accordo al più presto.
Tanto sui creditori, ben consapevoli che queste condizioni non possono tenere a lungo in vita gli istituti di credito greci.
Ma soprattutto sul governo di Atene, che non è ancora in condizione di riaprire le banche (chiuse almeno fino a mercoledì) e di eliminare il controllo sui capitali.
Non solo Francoforte.
Il primo “gesto di buona volontà ” lo ha fatto il governo di Alexis Tsipras di buon mattino, quando ancora non era stata smaltita l’euforia per la vittoria dell’OXI: le dimissioni di Yanis Varoufakis da ministro delle Finanze.
Atene ha lanciato un messaggio chiaro al Brussells Group, facendo fare un passo indietro al ministro “perditempo e dilettante” (così era stato definito Varoufakis all’Eurogruppo di Riga dai suoi colleghi).
La volontà di trovare un accordo, e di trovarlo rapidamente, è dimostrato secondo Atene dall’avvicendamento al ministero delle Finanze, ora guidato da Euclid Tsakalotos a cui lo stesso Tsipras aveva affidato i negoziati dopo che l’Eurogruppo ‘sfiduciò’ il ministro in T-shirt.
Atene sembra quindi intenzionata a portare al vertice di domani una proposta che si rifà all’ultima (tentata) mediazione, prima che il tavolo delle trattative saltasse con l’indizione del referendum.
Tsipras può contare anche sull’appoggio dei leader dei partiti greci (a eccezione del Partito comunista e di Alba Dorata) che hanno ufficialmente dato mandato al premier di riaprire i negoziati con Bruxelles per giungere a un’intesa definitiva.
Nel mandato c’è però anche un riferimento alla “ristrutturazione” del debito, quella ristrutturazione della quale a Berlino non vogliono sentir parlare.
Merkel e Hollande aspettano: al termine del loro incontro, con una dichiarazione congiunta, hanno passato la palla a Tsipras: “Ora tocca a lui fare proposte serie e concrete”.
E, in risposta al passo in avanti fatto con il “sacrificio” di Varoufakis, hanno lanciato messaggi di distensione: “C’è urgenza”, le proposte di Tsipras devono arrivare “entro questa settimana”, ha detto Merkel.
“Rispettiamo l’esito del referendum greco ma dobbiamo tenere conto anche di ciò che pensano gli altri 18 Paesi dell’Eurogruppo. Anche questa è democrazia. La porta per Atene resta aperta”.
Mano tesa anche da Washington.
II direttore del Fondo Monetario Internazionale Christine Lagarde ha fatto sapere di essere pronta a intervenire, se la situazione dovesse peggiorare: “Il Fmi sta monitorando la situazione da vicino ed è pronto ad aiutare la Grecia se Atene lo chiederà “.
Ma l’aiuto sarebbe “tecnico”, non economico, chiarisce Lagarde: “L’FMI non può sborsare liquidità in aiuto fino a quando la Grecia resta in arretrato sui pagamenti” al fondo stesso.
Il 30 giugno scorso Atene è diventata la prima nazione avanzata a non onorare i propri impegni verso l’istituzione non avendo rimborsato quota 1,5 miliardi di euro dovuti entro quella data.
(da “Huffingonpost”)
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