SEL APRE A MARINO: “SE CAMBIA ROTTA, CONTINUIAMO CON LUI”
E MARINO FIRMA UN ASSEGNO DI 20.000 EURO
«Sto bene»: il day-after di Ignazio Marino, cominciato con l’assedio di cronisti e fotografi sotto casa fin dalle prime ore della giornata, a metà mattina si colora con una mossa imprevista.
Il sindaco, dopo essere entrato nel palazzo Senatorio del Campidoglio da un ingresso secondario per eludere giornalisti e tv, scende in piazza fra la folla: «Sto molto bene. Sto andando a celebrare un matrimonio» ha detto, dirigendosi verso la sala Rossa, protetto dalla scorta mai così numerosa come in questi giorni.
La coppia degli sposi, Jamie, attrice americana in abito corto, e Matteo, italiano, ha ascoltato il sindaco leggere una poesia di Neruda prima di potersi scambiare anelli e bacio. «Il momento più bello è stato quando ha recitato la poesia sull’amore e questo è stato commovente», ha raccontato Jamie, emozionata.
Una parentesi serena, quella del matrimonio, in una giornata ancora segnata dalle polemiche per il sindaco, che poco le 14 ha formalizzato le dimissioni annunciate la sera precedente.
L’attacco ai giornali
Marino ancora una volta se l’è presa con i giornali: «Leggo su alcuni quotidiani frasi virgolettate che mi vengono attribuite. Le smentisco categoricamente: si tratta di falsità che non ho mai pronunciato. Vedo che si parla di mie telefonate con Matteo Orfini che non sono mai avvenute, vedo mie frasi su inesistenti mail di Walter Veltroni pubblicate a firma di Giovanna Vitale su La Repubblica, frasi uscite sul Corriere della Sera in cui mi si attribuisce che “ora farò i nomi”. Tutto ciò è falso e sono costretto ancora una volta a procedere con le querele oltre alle richieste di danni in sede civile».
Il giallo delle dimissioni
Nelle prime ore della mattinata si era intanto aperto un giallo sul passo indietro del sindaco. Alle 9 era convocata l’Assemblea capitolina per discutere vari provvedimenti, ma soprattutto c’era attesa per le comunicazioni di Marino a proposito delle dimissioni.
In aula è mancato il numero legale e la seduta è stata subito chiusa. Il Movimento 5 stelle è andato all’attacco: «Il sindaco è ancora sindaco al cento per cento perchè secondo l’articolo 53 del Testo unico per gli enti locali le dimissioni devono essere ratificate dal Consiglio e solo da quel momento partono i venti giorni prima della nomina di un commissario» ha dichiarato Daniele Frongia, capogruppo capitolino dei grillini: «Aspettavamo il sindaco per accogliere le sue dimissioni ma, pur essendo lui giunto in Campidoglio, non è arrivato in aula e i consiglieri di maggioranza non si sono presentati non assicurando il numero legale».
«Una volta protocollate in maniera ufficiale le dimissioni, cosa che avverrà oggi, ci sono 20 giorni di tempo per chiudere i lavori affrontati in questi mesi. Non è necessaria la comunicazione in Aula dell’atto» ha replicato la presidente dell’Assemblea capitolina, Valeria Baglio.
L’assegno da 20 mila euro
Da quanto emerso dal suo staff, giovedì mattina Marino, come promesso, ha firmato e consegnato alla ragioneria del Comune di Roma l’assegno che copre tutte le spese di rappresenta sostenute con la carta di credito comunale dalla sua elezione in poi. L’assegno, ha poi detto Alfonso Sabella, ammonta a 19.704 euro.
L’apertura di Sel
E mentre dal Pd sono arrivati anche venerdì mattina segnali di gelo nei confronti del sindaco, una piccola apertura è giunta da Sel: «Noi vogliamo andare avanti con il programma elettorale: è giusto chiedere al sindaco un cambio di rotta, la verità , il rispetto del mandato. Altrimenti può anche confermare le sue dimissioni» ha scritto su Facebook Gianluca Peciola, capogruppo Sel in Campidoglio.
Causi: meriti di Marino superano i suoi errori
«Sono assolutamente convinto che i meriti che anche storicamente verranno riconosciuti all’attività del sindaco Marino, sono enormemente superiori agli errori che pure potrebbe aver fatto. Il primo merito è quello di aver risanato il bilancio del Comune di Roma» ha invece detto Marco Causi, deputato del Pd e vicesindaco dimissionario della giunta capitolina.
«Sono convinto che Ignazio Marino potrà affrontare il procedimento relativo alla sua carta di credito e sono convinto che ne uscirà a testa alta e più serenamente senza le responsabilità di sindaco» ha poi aggiunto.
(da “il Corriere della Sera”)
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