LE AMICIZIE SPERICOLATE DI MARCO CARRAI AL SERVIZIO DI ISRAELE
LEGAMI IMBARAZZANTI, LEGAMI OSCURI, NEPOTISMO: TORNANO I VECCHI VIZI DEL GIGLIO MAGICO
Marco Carrai – candidato a diventare consulente di una nuova struttura di Palazzo Chigi dedicata alla cyber sicurezza – non ha alcuna competenza specifica nel settore dei crimini informatici, ma il suo profilo relazionale e professionale – scrive l’Espresso in un’inchiesta di Emiliano Fittipaldi anticipata sul sito – «è un vero inno al conflitto di interessi».
Il “Gianni Letta di Renzi” ha infatti fondato a fine 2014 insieme a Leonardo Bellodi, ex braccio destro di Paolo Scaroni all’Eni e grande amico dell’attuale numero uno degli spioni dell’Aise Alberto Manenti, una società privata che si occupa proprio di sicurezza informatica, la Cys4.
Una SpA che secondo i malpensanti mira ai futuri appalti che il governo potrebbe bandire dopo la creazione del “nucleo” per la sicurezza cibernetica.
Nell’azionariato non ci sono solo Carrai e Bellodi, ma attraverso scatole cinesi pezzi grossi come Franco Bernabè (attraverso il suo Fb Group, è lui che ha trovato i partner tecnologici della società , quasi tutti israeliani), Jonathan Pacifici (imprenditore italo-israeliano trasferitosi anni fa a Gerusalemme, ad del “World Jewish Economic Forum”) e Mauro Tanzi, che controlla il pacchetto di maggioranza attraverso la fiorentina Aicom, specializzata proprio in sicurezza informatica.
Tanzi è stato per anni manager di punta di Finmeccanica, tanto da essere messo nel 2011 da Pier Francesco Guarguaglini a capo della controllata che gestiva l’immenso Real Estate del colosso degli armamenti.
Diventasse davvero Carrai consulente di Palazzo Chigi, non basterebbe certo un trust a evitare – nel caso la società intendesse partecipare a gare statali – possibili conflitti d’interessi.
Anche perchè il fratello di Carrai, Stefano, è oggi consigliere sia della Cys4 sia dell’Aicom.
La scalata di Carrai in settori sensibili dell’intelligence viene mal vista non solo da chi nei servizi sottolinea che le influenze israeliane (Stato che non è membro della Nato) su Carrai e soci sono troppo evidenti. Ma anche una parte del corpo diplomatico, che conosce bene i retroscena della nomina del nuovo ambasciatore di Israele a Roma, Fiamma Nirenstein.
Com’è noto lo scorso agosto Benjamin Netanyahu annunciò a sorpresa la designazione dell’ex parlamentare del Pdl trasferitasi nella colonia di Gilo a Gerusalemme, orgogliosamente sionista e da sempre contraria al riconoscimento dello stato della Palestina.
Una personalità forte ma divisoria, tanto che secondo il quotidiano “Haaretz” alcuni rappresentanti della comunità ebraica romana hanno chiesto al presidente israeliano di fare un passo indietro ritirando la nomina.
È difficile, però, che Netanyahu torni sui suoi passi: non solo perchè stima l’ex berlusconiana, ma sa che la Nirenstein ha avuto il beneplacito del miglior amico del premier italiano, e ha spinto in prima persona per la giornalista.
Carrai è infatti intimo sia di Fiamma sia del suo primogenito, un trentenne classe 1982 che lavora per i servizi segreti italiani e che, insieme alla mamma, ha partecipato al matrimonio di Marco.
«È solo un caso, il governo israeliano ha deciso da solo il suo ambasciatore», spiegano i renziani.
Sarà : ma è un fatto che la designazione della Nirenstein è stata comunicata pochi giorni dopo l’incontro tra Renzi e “Bibi” a Tel Aviv del luglio del 2015 (era presente anche Carrai), e che un mese dopo la nomina fu proprio l’imprenditore ad accogliere Netanyahu che sbarcava all’aeroporto di Firenze.
Emiliano Fittipaldi
(da “L’Espresso”)
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