IN SINISTRA ITALIANA FACCE SCURE DI RABBIA E INCREDULITA’ PER LA LISTA ESCLUSA A ROMA
FASSINA PROVA A DICHIARARSI “FIDUCIOSO” PER IL RICORSO AL TAR
Incredulità . Smarrimento. Allarme rosso, anzi allarme Sel.
Nicola Fratoianni, coordinatore di Sinistra ecologia libertà , è seduto sulla panchina nel cortile di Montecitorio e parla continuamente al telefono. A occhio nudo, si vede chiaramente la sua agitazione. Che è anche l’agitazione di tutto quel mondo che un tempo si sarebbe definito vendoliano.
Il telefono cellulare di Fratoianni e dei parlamentari di Sel sono roventi da quando tutti loro hanno saputo che le due liste a sostegno di Stefano Fassina, candidato al Comune di Roma, non sono state ammesse.
Difficile farsene una ragione dopo che il candidato di Sinistra italiana è stato il primo a scendere in campo in questa competizione elettorale per il Campidoglio: “Com’è possibile? Come si fa a sbagliare la compilazione dei moduli? Come?”.
All’incredulità si mescola la rabbia. E una risposta per ora non c’è, ma parte la caccia ai responsabili del pasticcio.
Nonostante Fassina dica, nella conferenza stampa subito allestita nella sede del comitato elettorale, che in questo momento si è “tutti uniti”.
Intanto il candidato sindaco di Roma ha trascorso la mattinata con i suoi avvocati, che hanno stilato il ricorso nelle speranza che le due liste vengano riammesse.
Poi, all’una in punto, si presenta nella sede del comitato e sfoggia sicurezza: “Ci sono tutte le condizioni per rimanere in campo, noi rimaniamo in campo, continuiamo con l’agenda per la campagna elettorale”.
E ancora: “Abbiamo presentato tutte le firme necessarie, su alcuni moduli mancava la data, questo ha comportato la nostra esclusione. Abbiamo fatto ricorso, possiamo dimostrare con assoluta certezza che la certificazione delle firme è avvenuta entro i 180 giorni previsti dalla legge. Siamo fiduciosi, ci sono sentenze di casi analoghi che si sono risolti positivamente”.
La parola d’ordine è: non abbattiamoci, compagni!
Ma lo slogan del candidato non sembra fare breccia nel resto del partito. Che continua ad essere preoccupato. E tutti leggono e rileggono la norma che regola le compilazioni delle liste. Quella che prevede che le firme siamo raccolte solo a partire dal 180esimo giorno prima del voto.
E devono essere certificate da un pubblico ufficiale che le convalidi, controllando che siano corredate da nome, cognome e documento di ogni sottoscrittore.
Intanto su questa vicenda le voci si rincorrono.
Qualche maligno, dentro e fuori dal Palazzo, pensa che la bocciatura delle liste sia stata studiata a tavolino da Fassina e dai suoi, alla luce di sondaggi che vedrebbero Sinistra italiana in difficoltà .
A chi gli chiede a chi andranno i suoi voti, Fassina risponde: “Nessuno si preoccupi, i voti andranno a noi”.
Ma il Pd inizia a corteggiarli.
(da “Huffingtonpost”)
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