GENOVA, GRILLINI SULL’ORLO DELLA CRISI, ALICE SALVATORE SOTTO ACCUSA
CONTESTATA DAGLI OPERAI DELLE RIPARAZIONI NAVALI E DALLA BASE STORICA CINQUESTELLE … SPACCATURA CON IL GRUPPO COMUNALE, IL DISTACCO DI PUTTI E IL CANDIDATO SINDACO “IMPOSTO” DAI VERTICI
Sull’orlo di una crisi di nervi, il Movimento Cinque Stelle a Genova. Dopo La Spezia. E dopo i fischi degli operai alla portavoce del M5S in Regione, Alice Salvatore, martedì, si allarga il fronte interno, con molti militanti che non digeriscono il fatto che, stasera, proprio la Salvatore preferisca affrontare il consigliere regionale Pd, Pippo Rossetti, in un dibattito sul referendum costituzionale, disertando l’assemblea plenaria convocata proprio stasera e cruciale per le elezioni amministrative di Genova del prossimo anno.
«Una plenaria decisiva per la futura campagna elettorale – spiegano i militanti – perchè in questa occasione, chi vuole, propone la propria candidatura alle prossime amministrative genovesi».
Ai lati, ci sono Paolo Putti, capogruppo M5S in consiglio comunale, e Francesco Battistini, compagno di banco della Salvatore in consiglio regionale per il Movimento: entrambi ostili e addirittura in uscita.
Putti ha attaccato duramente nelle scorse ore la Salvatore sulla vicenda delle riparazioni navali, liquidandola con «effetto della politica dei selfie » e sta meditando lo scacco: potrebbe fare un determinante passo fuori dal Movimento. E non per ricandidarsi con una lista civica alle comunali.
Battistini ha addirittura votato due volte contro il suo gruppo, in consiglio regionale, come seconda puntata di una crisi con la Salvatore cominciata nella lotta al curaro per scegliere il sindaco di Spezia. Battistini sosteneva Marco Grondacci, così come tutto il M5S spezzino, ma Beppe Grillo (e Salvatore) lo hanno impallinato perchè ha avuto trascorsi nel Pci.
Anche se ora pare che a Spezia, con la benedizione dello “staff”, sia in rampa di lancio Donatella Del Turco, ex sindacalista Cgil. E qualcuno dice che Battistini stia meditando di lasciare i Cinque Stelle addirittura per le file di Rete a Sinistra.
Se a Genova Paolo Putti deciderà di lasciare, è certo, tutta la base del Movimento che è legata alla radice Cinque Stelle che dà voce ai comitati e ai territori potrebbe subire una forte scossa tellurica perchè aveva proprio in Putti il suo riferimento.
Risolutivo sarebbe stato un incontro tra Putti e Beppe Grillo, nelle scorse settimane, in cui tra i due, dopo tanto tempo, si sarebbero messe in chiaro le cose. In modo definitivo.
Anche perchè il fuoco di fila dello “staff” nazionale e della sua diretta emanazione in Liguria, Alice Salvatore, nel caso in cui Putti decidesse di candidarsi a sindaco nelle fila M5S si concentrerebbe proprio contro di lui.
E che la decisione dello staff e di Alice Salvatore sia l’unica ammessa sul sindaco di Genova lo dice la sua assenza, stasera, alla plenaria. «È la prima volta che Pd e M5S si affrontano sul referendum, non solo ci vado, ma mi aspetto che veniate a sostenermi con la claque, che sicuramente Rossetti avrà », ha detto Salvatore ai suoi.
Ma all’interno del Movimento genovese la battaglia sul No al referendum, si dice, per una volta avrebbe dovuto lasciare il passo a uno dei momenti che per i grillini sono di maggior importanza, la presentazione collegiale delle candidature.
à‰ chiaro a molti il segnale lanciato dalla Salvatore, snobbando l’assemblea: il candidato per Palazzo Tursi c’è già , tanto più che nei giorni scorsi un post dello staff nazionale ha ribadito, sostanzialmente, che se il percorso di designazione o le liste non sono “certificate”, ovvero, approvate, non se ne fa nulla.
Il candidato per Palazzo Tursi di Alice Salvatore è Luca Pirondini, musicista e artista, e attivista del Movimento. Integrato nelle fila dei fedelissimi alla portavoce.
Salvatore respinge al mittente le illazioni e chiama i militanti a sostegno del suo intervento per il No, stasera al teatro di Certosa, contro il Sì sostenuto da Pippo Rossetti: «Dal movimento mi aspetto solidarietà , partecipazione e sostegno, la data non l’ho scelta io», ha detto ai suoi.
Michela Bompani
(da “La Repubblica”)
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