MARRA RESTA IN CARCERE: RESPINTA LA RICHIESTA DI SCARCERAZIONE
IL TRIBUNALE DEL RIESAME NON CONCEDE GLI ARRESTI DOMICILIARI AL BRACCIO DESTRO DELLA RAGGI
Raffaele Marra resta in carcere. Lo ha deciso il Tribunale del Riesame, respingendo l’istanza con cui l’avvocato Francesco Scacchi aveva chiesto la scarcerazione per l’ex responsabile del Personale del Campidoglio.
In subordine, il difensore aveva chiesto la concessione della misura meno restrittiva degli arresti domiciliari.
Ma, dopo essersi riservato per qualche giorno la decisione, il Tribunale delle Libertà oggi ha ritenuto di non concedere alcun alleggerimento della posizione dell’ex dirigente capitolino, che resta quindi detenuto nel carcere romano di Regina Coeli.
Marra, accusato di corruzione in concorso con l’immobiliarista Sergio Scarpellini, era stato arrestato il 16 dicembre scorso in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Roma, Maria Paola Tomaselli.
A finire in carcere insieme a lui quel giorno anche lo stesso Scarpellini. Nell’ordinanza, il giudice aveva giustificato l’applicazione della massima misura cautelare, attestando la “sussistenza di un concreto e attuale pericolo di reiterazione di condotte delittuose analoghe a quelle già accertate e ciò anche in considerazione del ruolo attualmente svolto da Marra all’interno del Comune e della indubbia fiducia di cui gode da parte della sindaca Virginia Raggi”.
L’accusa per Marra, in pratica, era quella di aver ricevuto una maxi tangente da 367mila euro da Scarpellini.
Tramite due assegni circolari da 250mila e 117mila euro provenienti dai conti personali dell’immobiliarista, Marra sarebbe infatti riuscito ad acquistare una casa in via Prati Fiscali 258, a Roma, intestata poi alla moglie Chiara Perico nel giugno del 2013.
All’epoca dei fatti Marra rivestiva il ruolo delicato di direttore del Dipartimento Partecipazioni e Controllo del gruppo Roma Capitale.
Il 23 dicembre scorso, invece, lo stesso gip aveva concesso gli arresti domiciliari a Scarpellini, pronunciandosi favorevolmente su una richiesta di scarcerazione avanzata dai suoi difensori. Un’istanza a cui, anche in ragione dell’età avanzata dell’indagato, non si era opposta nemmeno il pm Barbara Zuin.
(da agenzie)
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