L’EX CONSIGLIERE COMUNALE GRILLINO CONDANNATO PER FURTO A SETTE MESI
IN TRIBUNALE AD ALESSANDRIA DISPOSTO ANCHE L’ESAME DEL VIDEO CHE LO HA INCASTRATO MENTRE APRIVA GLI ARMADIETTI DELLA PALESTRA
La condanna per il furto di due banconote da 50 euro, da un armadietto della palestra Pianeta Sport di Alessandria, è arrivata a un anno di distanza dall’inizio del processo direttissimo: all’ex grillino Angelo Malerba sono stati inflitti sette mesi di reclusione e 200 euro di multa, con i doppi benefici della condizionale e della non menzione.
I pubblici ministeri, Andrea Zito e Alessio Rinaldi, avevano chiesto la pena a un anno e mezzo, negando il riconoscimento delle attenuanti generiche (che invece il giudice Giorgia De Palma ha poi concesso) a causa del comportamento «non collaborativo durante tutto l’iter processuale, privo di qualsiasi pentimento per un fatto spudoratamente evidente».
Malerba era stato arrestato in flagranza il 10 marzo dello scorso anno.
A tenere l’arringa finale in questo processo non è stato, oggi, il suo difensore di fiducia, Massimo Martinelli, perchè ha dismesso il mandato durante l’udienza, per lo stesso motivo per cui lo aveva già dismesso alcuni mesi fa (lamentando la presunta falsità degli atti contenuti nel fascicolo processuale) salvo poi riprendere l’incarico, successivamente.
E’ stato quindi nominato d’ufficio l’avvocato Francesco Ponzano che, nella limitatezza dei tempi in cui ha potuto prendere atto della vicenda, ha chiesto in prima battuta l’assoluzione per insufficienza di prove e, in subordine, il minimo della pena, con le attenuanti generiche e i benefici.
La discussione è seguita alla visione del filmato che era stato ripreso da telecamere nascoste piazzate dentro la palestra durante l’episodio furtivo.
Che non sarebbe l’unico: altri filmati, per altri fatti precedenti e analoghi, sono portati come fonte di prova in un altro processo che procede con rito ordinario (prossima udienza il 16 marzo).
Prima che iniziasse la visione del filmato, l’imputato, dicendosi «scosso», anche per la decisione del difensore di dismettere il mandato, ha lasciato l’aula.
Malerba aveva anche fatto ricorso in Cassazione per legittima suspicione nei confronti del tribunale di Alessandria: la Cassazione ha rigettato il ricorso (il provvedimento è stato letto in aula ieri dal giudice) e ha condannato Malerba a pagare 3000 euro di ammenda.
Silvana Mossano
(da “La Stampa”)
Leave a Reply