ECCO IL SIMBOLO, PRENDONO IL LARGO GLI SCISSIONISTI PD
“OGGI NASCE QUALCOSA DI NUOVO”
“Un maestro ci ha lasciato ma oggi nasce qualcosa di nuovo. Abbiamo il dovere di portarci nel dna il suo testamento politico: l’invito per la sinistra a rinascere con spirito inclusivo e intento costruttivo”.
Articolo uno, movimento democratico e progressista presenta il suo simbolo e affida a Massimo D’Alema il ricordo di Alfredo Reichlin, l’ultimo patriarca della sinistra mancato la notte scorsa a 91 anni.
Per ora niente simbolo elettorale, solo un logo tutto in lettere, con i colori verde, bianco e rosso, il richiamo al principio fondante della comunità repubblicana e democratica.
Al tempio di Adriano a due passi da Montecitorio il clima non è della festa e dei brindisi: è mancato chi poteva essere ancora il padre nobile del nuovo soggetto politico nato dalla rottura nel Pd. Reichlin, che ha riconosciuto le ragioni della scelta ma, fino all’ultimo, ha ribadito la sua avversione al settarismo, riaffermando le ragioni del dialogo e della comprensione.
Testamento e insegnamenti, senza paternalismi, passione politica e persuasione. I giovani quarantenni Speranza, Scotto, D’Attorre, La Forgia, prendono il testimone per “il nuovo inizio e ripartire dai fondamentali”.
In prima fila c’è chi ha l’esperienza e qualche anno in più: D’Alema e Bersani, Vincenzo Visco e Enrico Rossi, Guglielmo Epifani e la capogruppo al senato Maria Cecilia Guerra.
E poi in sala tutti i delusi dal Pd targato Renzi, quelli “stanchi della stagione dell’arroganza” per dirla con il leader in pectore Roberto Speranza. Niente bandiere rosse o nostalgie se non quella del lavoro che manca e mette in crisi la democrazia. Simbolo e nome del primo articolo della Costituzione sono piazzati lì come un manifesto politico.
Concetti spiegati da Mario Dogliani e Anna Falcone, che negli ultimi mesi si è guadagnata la ribalta come pasionaria del no alla riforma costituzionale. “Il lavoro come principale fattore di emancipazione e dignità dei cittadini” dice, ricordando il concetto che la carta del ’48 ha messo in maniera così solenne e significante.
In sala si legge il verbale dell’approvazione della seduta di quel lontano 22 marzo 1947. L’articolo uno oggi compie settant’anni ma i numeri che la crisi rovescia giorno dopo giorno, lasciano la sua attuazione ancora lontana. Soprattutto nei primi articoli “è il momento che la Costituzione italiana diventi prescrittiva” dice Falcone , “nulla può essere al di sopra” e nessuna libera interpretazione si giustifica: “stabilire il prezzo di un licenziamento non è compatibile con questi principi”.
Dagli applausi si capisce che la giurista che cita Gramsci, incitando il nuovo soggetto a perseguire “studio e passione”, ha un futuro politico non troppo lontano.
“Per non lasciare la sinistra sotto le macerie” il lascito di Reichlin alle giovani leve. Così nasce Articolo Uno, movimento dei progressisti e democratici. Il prestito di una Costituzione, frutto dell’incontro tra le culture politiche dell’Italia ricostruita, deve però essere onorato.
Perchè tutto non si riduca solo a un nuovo partito a sinistra.
(da “Huffingtonpost”)
Leave a Reply