ABBIATE PIETA’, DATE UNA LAUREA HONORIS CAUSA A LUIGI DI MAIO
SU “OGGI” CONTINUA LA PENOSA GIUSTIFICAZIONE DI ESSERE STATO FUORICORSO E NON ESSERSI MAI LAUREATO… COME SE NON BASTASSE SI PARAGONA A MACRON: “ANCHE IO INNAMORATO DI UNA DONNA PIU’ GRANDE” (MA MACRON NON LE FA PAGARE LO STIPENDIO DAL PARTITO)
Oggi ha pubblicato un’interessantissima intervista al wannabe Imperatore del Mondo Luigi Di Maio, nella quale è stata affrontata anche una tematica scottante: quella della laurea di Giggino.
L’argomento, come sapete, è sensibile perchè Di Maio ha fatto sapere che concorrerà per la carica di candidato premier del MoVimento 5 Stelle alle prossime elezioni, ma dopo tutta l’ironia dei grillini sulla mancanza di titoli dei vari ministri nei governi targati PD di questa legislatura la questione diventa quantomeno discutibile.
Proprio Di Maio la affronta nell’intervista al settimanale
«(quella della laurea è una) vecchia storia. Ero iscritto a giurisprudenza alla Federico II di Napoli, le prospettive del dopo laurea erano grigie e ho deciso di specializzarmi in informatica ed e-commerce, che crescevano in modo vertiginoso. Nel 2012 ho fatto partire insieme ad alcuni amici una società di web marketing, un anno dopo, a 26 anni, sono stato eletto in parlamento e nominato vicepresidente della Camera. Non ho buttato via il mio tempo».
Di Maio dimentica come al solito di dire quanti esamo aveva effettivamente dato in 7 anni di Università e il fatto che avrebe dovuto laurearsi già due anni prima rispetto alla data in cui è stato eletto con poche centinaia di voti in Parlamento.
Quindi laurea uguale pezzo di carta?
«Dico che conta anche quel che un individuo riesce a fare. Mark Zuckerberg era ad Harvard, si inventò Facebook e abbandonò gli studi, ma a fine maggio ci tornerà per ricevere la laurea honoris causa».
Si può agevolmente notare che Di Maio si paragona a Zuckerberg, anche se l’allievo di Harvard ha inventato Facebook mentre lui ha forse solo inventato un modo per guadaganre 100.000 euro l’anno.
In ogni caso l’occasione è propizia per proporre un appello alla Federico II anche per lui: date una laurea honoris causa anche al vicepresidente della Camera, magari in Lettere se proprio non è il caso di fornirgli quella in giurisprudenza.
Così la smettiamo di fare ironia sui suoi studi e finalmente potremo concentrarci sulle sue note capacità .
(da “NextQuotidiano”)
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