“PER LORO NON CI SARA’ PREGHIERA”: IL DOCUMENTO DI 140 IMAN BRITANNICI ISOLA I TERRORISTI
L’ANNUNCIO DEL MUSLIN COUNCIL OF BRITAIN: “RIFIUTIAMO DI SEPPELLIRE I TRE ATTENTATORI”
“Alla luce dei principi etici essenziali all’Islam, per gli attentatori non ci sarà la tradizionale preghiera funebre”.
Con queste parole un gruppo di oltre 140 imam e leader religiosi provenienti da tutto il Regno hanno rifiutato pubblicamente di seppellire i tre attentatori artefici dell’attentato al London Bridge e al Borough Maket.
La notizia è stata data dal Muslim Council of Britain che, sul proprio account Facebook, ha spiegato che la Salat al-Janazah, la preghiera islamica, è un rito che normalmente viene eseguito per ogni musulmano a prescindere dalle azioni compiute.
Con questa mossa, che il Muslim Council ha definito “senza precedenti”, i religiosi non solo negano il rito, ma invitano anche le altre cariche religiose a fare altrettanto: “Chiediamo a tutte le autorità religiose del Paese di unirsi a questo rifiuto. Vi chiediamo di ritirare loro questo privilegio, perchè queste azioni sono indifendibili e completamente in contrasto con gli insegnamenti elevati dell’Islam”.
Il “Muslim Council of Britain” già all’indomani dell’attentato al London Bridge aveva preso posizione sul difficile momento che sta attraversando il Regno Unito.
“Siamo profondamente feriti dalla serie di attacchi terroristici perpetrati da assassini che cercano di ottenere legittimità religiosa per le loro azioni. Cerchiamo di capire che ciò che fanno non ha nè legittimità nè la nostra simpatia.
“Siamo scioccati, arrabbiati e terrificati che qualcuno possa aver compiuto tali atti. E per di più in nome della fede. È ingiustificabile, si legge nel comunicato stampa.
In questi anni religiosi e clerici musulmani della Gran Bretagna hanno sempre condannato gli attacchi terroristici.
Più volte hanno sollecitato i membri della comunità a non partire per i paesi in guerra. Tra i precedenti c’è anche un video del 2014 con cui alcuni imam, sciiti e sunniti, esprimevano apertamente la loro condanna all’Isis.
Azioni che ad alcuni di loro è costato l’inserimento nella lista dei musulmani “apostati” pubblicata dallo Stato Islamico su d?biq di aprile 2016.
(da agenzie)
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