EUROPA SENZA ANIMA E SENZA FUTURO: LE ONG FANNO QUELLO CHE DOVREBBERO GLI STATI, MERITEREBBERO IL NOBEL
UN MINISTRO DEGLI INTERNI INCAPACE DI GESTIRE QUELLO CHE ALTRI PAESI FANNO SENZA PIANGERSI ADDOSSO… QUESTA EUROPA DI CIALTRONI E VIGLIACCHI NON CI APPARTIENE
Mentre in Europa si commemora la scomparsa di due personalità come Helmut Kohl e Simone Weil, che hanno, ciascuno per la propria parte, contribuito a dare un senso all’idea di Europa, l’incontro di domenica tra i ministri degli interni d’Italia, Francia e Germania, con la presenza del Commissario europeo Avramopoulos, mostra come l’Europa si stia dissolvendo anche perchè alla sua classe dirigente manca proprio quel senso di responsabilità e dell’interesse generale, che ha caratterizzato una parte importante della storia recente del vecchio continente, ormai seppellito dal calcolo politico e dal cinismo.
L’intesa raggiunta non comporta alcuna soluzione concreta e praticabile e ha come obiettivo di alimentare la retorica dell’invasione e indicare un capro espiatorio nelle organizzazioni umanitarie che salvano vite umane e che fanno, almeno in parte, il lavoro di soccorso che dovrebbero fare gli Stati, per obbligo di legge e non per divertimento.
I numeri dicono che quest’anno ci avvicineremo, forse supereremo, quota 200 mila arrivi. Un numero ampiamente prevedibile e gestibile se, com’era possibile, si fosse attuata una programmazione adeguata del sistema d’accoglienza.
Ma anche in questo caso si sono fatti molti discorsi, lasciando al territorio e, soprattutto, ai prefetti, l’onere di trovare soluzioni all’ultimo minuto, senza alcuna programmazione e investendo le comunità locali di arrivi disorganizzati e casuali, con un impatto fortemente negativo, che produce sprechi, ingiustizie e razzismo.
Il ministro Minniti, non riuscendo a trovare soluzioni, rilancia da una parte il vittimismo contro la chiusura europea (fingendo di non sapere che la Germania solo l’anno scorso ha accolto più di 700 mila domande d’asilo e non ha chiesto aiuto a nessuno), e dall’altra riprova la strada della criminalizzazione delle Ong, visto che ha funzionato qualche settimana fa, dando ancora una volta in pasto all’opinione pubblica un capro espiatorio: sarebbero le organizzazioni umanitarie a far arrivare da noi i migranti, fungendo da fattore di attrazione, chissà per quale scopo e con quale disegno!
Una bugia che ripetuta più volte è diventata una di quelle false evidenze di cui è costellata la retorica pubblica.
Questo dopo aver sparato, a salve, l’ipotesi della chiusura dei porti per le Ong straniere, ben sapendo che non si può fare.
Il ministro Minniti è ben consapevole che le organizzazioni umanitarie fanno quegli interventi che dovrebbero fare gli Stati e che quindi meriterebbero solo di essere ringraziate e proposte per il Nobel per la pace.
Invece si chiedono maggiori controlli, addirittura sui bilanci, suggerendo in tal modo che si tratti di organizzazioni poco trasparenti e con chissà quali interessi alle spalle.
Infine, l’elemento peggiore emerso dal summit parigino è ancora una volta l’idea di puntare tutto sull’esternalizzazione delle frontiere, ossia sull’ipotesi di bloccare i richiedenti asilo prima che riescano a partire dalla Libia.
Pagare, come è stato già fatto con quel campione di democrazia di Erdogan, le bande che oggi in Libia controllano il territorio, sulla frontiera sud, come sulla costa, affinchè impediscano alle persone in fuga, di attraversare il confine sud della Libia e di partire dai porti libici.
Che questi gruppi, peggio che nel regime turco, uccidano, ricattino, torturino i migranti prigionieri e violentino le donne, è un dettaglio trascurabile per l’agenda del nostro Ministro.
A proposito del dibattito di questi giorni su quali scelte e quali programmi siano di destra e quali di sinistra, in questo caso mi pare che non ci siano dubbi.
Siamo di fronte a scelte che fanno di un Paese come il nostro e dell’Unione Europea uno spazio senza anima e senza futuro.
(da “Huffingtonpost”)
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