IL PIANO ACEA: ROMA OTTO ORE SENZA ACQUA DAL 28 LUGLIO
LA FORNITURA SARA’ INTERROTTA A ROTAZIONE IN DUE QUADRANTI DA ALMENO 1,5 MILIONI DI RESIDENTI
Il piano di emergenza di ACEA che partirà dopo il 28 luglio, quando la multiutility non potrà prelevare acqua dal lago di Bracciano, prevede che per otto ore al giorno in due quadranti da almeno 1,5 milioni di residenti, con turni di stop da otto ore consecutive.
Ogni 24 ore per almeno sedici ore una parte della città rimarrà senza acqua e la regola varrà per tutti: appartamenti, uffici, negozi, imprese.
Spiega oggi Salvatore Giuffrida su Repubblica Roma che il piano draconiano di ACEA prevede che la fornitura venga interrotta a rotazione:
La città sarà divisa in due quadranti da almeno 1,5 milioni di residenti, con turni di stop da otto ore consecutive; in sostanza, ogni 24 ore almeno un quadrante rimarrà senza acqua per almeno sedici ore (due turni da otto non consecutivi). E questo riguarda appartamenti, uffici, negozi, imprese, ospedali, vigili del fuoco, insomma tutti i circa 3 milioni di utenti romani dentro il Raccordo. In media l’acqua sarà disponibile un giorno sì e un giorno no.
Saranno comunque messe a disposizione, nelle aree strategiche della città , un numero ancora imprecisato di autobotti e cisterne, ma servirà a poco.
Tutti i nasoni rimarranno senza acqua: al momento, secondo l’azienda, ne sono stati chiusi quasi 200 su oltre 2mila, ne rimarranno aperti solo 85 per la campionatura prevista per legge. I parchi e le ville, invece, non avranno problemi: l’acqua proviene dal Tevere, dall’impianto di Grottarossa, e non c’è bisogno di renderla potabile.
Già oggi l’erogazione dell’acqua, soprattutto nelle zone limitrofe alla capitale ma anche in molti quartieri dell’urbe, ha subito molti problemi con abbassamenti di pressione e interruzione in alcune aree della città come Roma sud e Cesano.
Ma secondo la mappa di Acea, anche altri quartieri erano a rischio, come Primavalle, Torrevecchia, Prenestino, centocelle, Roma est e anche alcune zone del centro storico. Ora invece lo stop dell’acqua riguarderà tutta la città .
La Regione Lazio ha spiegato ieri che lo stop al prelievo di acqua dal lago di Bracciano è determinato da alcune violazioni di ACEA: “Un decreto del ministero dei Lavori Pubblici (n.1170/1990) ha concesso all’Azienda Comunale Elettricità Acque Acea di prelevare acqua dal lago di Bracciano per usi potabili — spiega la Direzione regionale delle Risorse Idriche Regione Lazio — assicurando comunque il mantenimento delle escursioni del livello del lago nell’ambito di quelle naturali. Per tale ragione, proprio nella relazione generale del Progetto del Nuovo Acquedotto del lago di Bracciano, redatto dalla stessa Acea, alla lettera b di pagina 39 si definiva il livello idrometrico minimo concesso per le captazioni, fissandolo a 161,90 metri sopra il livello del mare”.
Anzi, a tale proposito, rileva ancora la Regione Lazio, “si prescriveva quanto segue: verranno inserite le saracinesche di apertura e chiusura ed un sifone idraulico che provveda a disinnescare automaticamente le condotte, non appena il livello dell acqua scende sotto la quota minima di 161,90 metri”.
Attualmente “il livello del lago di Bracciano e’ al di sotto di questa quota minima prefissata — conclude la nota — e ancor più lontano dallo zero idrometrico che corrisponde a quota 163,04”.
Da dove arriva l’acqua di Roma
Il volume d’acqua immessa in rete a Roma è di circa 500 milioni di metri cubi annui e gli abitanti serviti tra la capitale e altri Comuni del Lazio 3,7 milioni.
L’approvvigionamento idrico, gestito dalla societa’ Acea Ato2 Lazio centrale Roma, e’ assicurato per l’85% da sorgenti, per il 12% da pozzi e per il 3% da fonti superficiali.
Sono sei le grandi sorgenti: Peschiera, Capore, Acqua Marcia, Acquoria, Salone Vergine e Simbrivio. I principali pozzi sono: Finocchio, Torre Angela, Pantano Borghese, Laurentino, a cui si aggiungono altri minori.
E poi c’è il lago di Bracciano.
Ecco nel dettaglio le grandi sorgenti:
ACQUEDOTTO PESCHIERA-CAPORE, FORNISCE IL 70% DELL’ACQUA A ROMA Il 70% circa dell’acqua immessa quotidianamente nelle rete di distribuzione della Capitale, pari a circa 1,4 milioni di metri cubi, proviene dall’acquedotto del Peschiera-Capore, che recapita a Roma le sorgenti del Peschiera e della Capore, miscelate tra loro nel centro idrico di Salisano.
Il sistema di acquedotti Peschiera-Capore, che utilizza l’acqua captata presso due grandi formazioni idrogeologiche, situate nell’alta e media Sabina in provincia di Rieti, nelle quali hanno origine le sorgenti Peschiera e Capore puà addurre quasi due terzi della portata massima complessivamente disponibile per Roma che a ammonta a circa 21 metri cubi al secondo.
ACQUEDOTTI ANIENE, MARCIO, APPIO-ALESSANDRINO, VERGINE
Gli altri acquedotti che alimentano la città di Roma sono l’acquedotto Marcio, proveniente dalla valle dell’Aniene (con portata variabile da 3,5 a 5,8 metri cubi al secondo in relazione all’andamento idrogeologico delle sorgenti), a cui si affiancano due acquedotti minori detti Appio-Alessandrino e Nuovo Acquedotto Vergine, alimentati da sorgenti e pozzi situati nel comune di Roma (portata 2 metri cubi al secondo).
ACQUEDOTTO DI BRACCIANO
Il lago di Bracciano è fonte di risorse strategiche e di compenso stagionale da cui Acea può prelevare 1.100 litri al secondo medi, fino a un massimo di 5.000 litri al secondo in condizioni eccezionali.
(da “NextQuotidiano”)
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