CASO RUBY: BERLUSCONI CONTUMACE, UDIENZA LAMPO, AGGIORNAMENTO AL 31 MAGGIO
IL PREMIER ASSENTE “PER IMPEGNI ISTITUZIONALI”, RUBY NON SI COSTITUIRA’ PARTE CIVILE…FOLLA DI GIORNALISTI ARRIVATI DA TUTTO IL MONDO…NESSUN ABUSO NELLE INTERCETTAZIONI
Si è aperto ed è stato subito aggiornato al prossimo 31 maggio come ampiamente previsto il processo a Milano sul caso Ruby a carico del premier. Silvio Berlusconi, assente, è stato dichiarato contumace dai giudici della quarta sezione penale.
Il presidente del Consiglio, tramite il suo collegio difensivo, ha fatto avere alla corte una lettera nella quale spiega di non poter essere presente in aula per impegni istituzionali, ma consentendo comunque lo svolgimento dell’udienza. “Fermo restando che è mia intenzione partecipare alle udienze – scrive Berlusconi – consento espressamente, nel caso di specie, trattandosi di prima udienza di smistamento, che si proceda in mia assenza, ancorchè impedito, come da certificazione allegata, essendo impegnato per ragioni istituzionali che non mi consentono in alcun modo di essere presente”.
Come è noto Berlusconi è accusato di avere avuto rapporti sessuali con Ruby quando la giovane era ancora minorenne, tra il febbraio e il maggio 2010, e di aver fatto pressioni sulla questura di Milano per rilasciare la giovane marocchina nella notte tra il 27 e il 28 maggio dell’anno scorso e per farla affidare alla consigliera regionale Nicole Minetti.
Malgrado sia durata neppure cinque minuti, dall’udienza è emersa comunque una notizia importante.
L’avvocato Paola Boccardi, legale di Karima el Maroug, in arte Ruby, ha annunciato infatti che la sua assistita non si costituirà parte civile nel processo dove è considerata parte offesa rispetto al reato di prostituzione minorile.
“Abbiamo deciso di non costituirci parte civile nel processo contro il presidente Berlusconi – ha chiarito la Boccardi – perchè questo significherebbe ammettere che Ruby andava ad Arcore a prostituirsi”.
Il legale, spiegando di aver sconsigliato a Ruby di essere presente in aula, ha poi aggiunto: “Non ha ritenuto giusto costituirsi parte civile perchè ritiene di non aver subito alcun danno per essere andata qualche volta ad Arcore nè per aver frequentato il premier”.
Come darle torto: visti i versamenti di centinaia di migliaia di euro che il premier ha fatto a Ruby e la richiesta di 5 milioni di euro che è emersa da una intercettazione telefonica per “fare la pazza” ci mancherebbe che la marocchina si costituisse pure parte civile…
La notizia è stata accolta naturalmente con soddisfazione dalla difesa di Berlusconi. “Oggi l’elemento significativo dell’udienza è che nessuna persona, si è costituita parte civile”, ha commentato l’avvocato Giorgio Perroni, legale del premier “.
Questa mattina, già a oltre un’ora dall’apertura del processo, l’aula era gremita di giornalisti arrivati a Milano da tutti i continenti.
Secondo una procedura studiata per l’occasione, a partire dalle 7.40, ciascun cronista è stato identificato e dopo una mezz’ora è stato concesso l’ingresso in tribunale solo su chiamata nominale.
Alle televisioni non è stato consentito però di essere presenti con le loro telecamere.
Per il momento i network internazionali si sono dovuti accontentare di presidiare il piazzale davanti il tribunale, dove centinaia di troupe sono schierate dall’alba.
La vigilia del processo è stata segnata dalle proteste della difesa di Berlusconi per le tre intercettazioni raccontate ieri dal Corriere della sera, in cui a parlare è il presidente del Consiglio.
Non dovevano essere trascritte e non dovevano finire negli atti depositati dalla procura di Milano secondo gli avvocati Niccolò Ghedini e Piero Longo. La procura replica spiegando quali sono state le scelte della pubblica accusa, fin dall’inizio dell’indagine.
1) non utilizzare nel processo le telefonate con la voce di Berlusconi. Conversazioni legittimamente acquisite, perchè a essere intercettato non era il premier, ma altri che parlavano con lui.
Le si potrebbe utilizzare, ma soltanto dopo aver chiesto l’autorizzazione al Parlamento.
La procura ha però deciso di non farlo, escludendo dal processo le telefonate del presidente del Consiglio anche per una sorta di garbo istituzionale.
Per questo le sue intercettazioni non sono indicate tra gli elementi di prova mandati al gip per ottenere il giudizio immediato.
2) le telefonate, anche quelle con la voce di Berlusconi, possono essere utilizzate a carico di altri indagati, per esempio Nicole Minetti, Lele Mora ed Emilio Fede.
Lo saranno? La procura si riserva di decidere più avanti.
3) perchè, se non saranno utilizzate, le intercettazioni con la voce di Silvio sono state depositate ai difensori?
Perchè è un obbligo della procura farlo.
I magistrati che indagano non possono nascondere nessuno degli atti d’indagine, non possono far sparire qualcosa sotto il tappeto.
Così ai difensori di Berlusconi sono stati consegnati non soltanto il brogliaccio delle tre intercettazioni in questione (con Nicole Minetti, con Raissa Skorkina, con Marysthelle Garcia Polanco), ma anche un cd audio con decine di telefonate del presidente del Consiglio.
La procura ha deciso di non utilizzarle nel processo, dunque sono destinate a rimanere segrete e a essere distrutte, però la difesa ha il diritto di averle, tutte, anche perchè potrebbe avere interesse a usarne qualcuna come elemento a discolpa dell’imputato
Ma allora, perchè quelle tre telefonate del presidente del Consiglio (e altre ancora) sono state trascritte?
La procura risponde spiegando che non è stata fatta alcuna “trascrizione”, che è un’operazione realizzata dai periti, in accordo con le parti.
Quello che è stato consegnato a Ghedini e Longo (ed è finito sul Corriere) è soltanto il brogliaccio delle intercettazioni, cioè il primo resoconto dei colloqui – in forma riassuntiva o in forma di dialogo – che viene redatto dalla polizia giudiziaria che sta eseguendo le intercettazioni e che è necessario per districarsi nel mare delle telefonate, anche per decidere quali sono da distruggere.
E’ curioso comunque che, dopo la pubblicazione delle tre intercettazioni, la discussione e la polemica si siano incentrate solo sulla forma – certo essenziale nelle questioni giuridiche – senza però alcuna attenzione alla sostanza.
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