“TRADITORE E COLLUSO CON UN CRIMINALE”: LA STAMPA USA MASSACRA TRUMP
AVEVA AFFERMATO CHE CREDE PIU’ A PUTIN CHE ALLE ACCUSE DELL’FBI
La stampa americana è indignata per quello che ha visto e sentito nel corso della conferenza stampa di Helsinki al termine del summit fra Donald Trump e Vladimir Putin.
Quella risposta del presidente americano a una domanda sul Russiagate è la goccia che ha fatto traboccare il vaso: “Presidente, ma lei a chi crede?”, ha domandato il cronista. E The Donald non si è fatto problemi a preferire la versione della difesa – di Vladimir Putin – a quella dell’accusa – l’intelligence Usa.
Christopher Decalago su Politico scrive che Donald Trump “ha capovolto, a livello globale, la definizione di amici e di nemici”.
Lo ha fatto solo pochi giorni dopo che il procuratore Mueller aveva diffuso una dozzina di nomi di agenti dell’intelligence russa che avrebbero avuto un ruolo nella manomissione della campagna elettorale di Hillary Clinton con lo scopo, per l’appunto, di aiutare Trump a vincere le presidenziali Usa.
Ma soprattutto, The Donald – secondo alcuni commentatori – sembra non stare dalla parte degli Stati Uniti.
“Trump&Putin vs America”, scrive Thomas L. Friedman sul New York Times. Da un lato ci sono i due leader – in condizioni, ricorda Eugene Robinson sul Washington Post di disparità , dal momento che Trump sembra essere, alla luce dell’incontro di Helsinki, un fan di Putin – e dall’altro c’è l’America.
Un’America che, scrive Friedman sul Nyt, si trova di fronte a una situazione inedita. E i primi a dover reagire dovrebbero essere proprio i Repubblicani:
È evidente che, per la prima volta nella storia, un presidente – deliberatamente, per negligenza o per via della sua personalità contorta – viene meno al giuramento di “preservare, difendere e proteggere la Costituzione americana”.
Oggi Trump ha rotto il suo giuramento e i repubblicani non potranno scappare o nascondere per molto tempo questa situazione. A ogni singolo parlamentare repubblicano sarà – e dovrebbe essere – chiesto: sei dalla parte di Trump o dalla parte della Cia, dell’Fbi, del Nsa?
Donald Trump “sta lavorando duramente per sabotare i legami dell’America con la Nato e l’Ue e per indebolire l’influenza americana in Medio Oriente”, mentre non ha parlato per gli americani e non ha difeso gli interessi degli Stati Uniti durante il suo incontro con Vladimir Putin, si legge nell’editorial board del New York Times. “Finora non c’erano dubbi sul fatto che si potesse contare sui leader americani per difendere gli interessi degli Stati Uniti. Non ci sono indicazioni che gli Usa abbiano avuto benefici dall’ossequiosità di Trump verso Putin, eccetto per il nuovo pallone splendente ottenuto” dal presidente americano.
“Quello che è chiaro è che un presidente non all’altezza sta spingendo l’America nei guai”, aggiunge il New York Times.
Il presidente Trump, scrive il Washington Post, “è colluso apertamente con il leader criminale di una potenza ostile. Le esternazioni del numero uno della Casa Bianca, rimarca il Wp, “potevano essere state scritte da Mosca”.
(da agenzie)
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