OPPORTUNISMO COME STRATEGIA
FINGONO DI GIOCARE CON LE REGOLE UE, MA IN REALTA’ SALVINI E DI MAIO CERCANO SOLO DI TENERE LO SCONTRO FINO ALLE EUROPEE DOPO POTRANNO RACCONTARE LA BUFALA DELLA MATRIGNA EUROPA CHE VUOLE AFFAMARE I POVERI
A leggerla tutta d’un fiato può sembrare addirittura una battuta d’arresto nella lotta frontale con Bruxelles.
In realtà , osservandola in controluce, la lettera con cui il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, ha risposto alle critiche della Commissione Ue sulla manovra non è più nè meno di un atto di banale opportunismo politico.
Con la missiva, infatti, il governo non fa altro che cercare di prendere tempo e puntare tutte le sue fiche sulle elezioni europee del prossimo maggio.
Sette mesi di campagna elettorale contro gli “euroburocrati” che affamano il popolo, nella speranza che quando la realtà dei dati economici l’anno prossimo verrà a bussare alla porta (leggasi crescita insufficiente per sostenere reddito di cittadinanza e quota 100 per le pensioni) gli equilibri nel parlamento europeo saranno ormai spostati a favore delle forze populiste-sovraniste. E quindi al tavolo di palazzo Berlaymont si potrà trattare con una diversa forza contrattuale.
La lettera, dicevamo. Ci sono alcuni passaggi che tradiscono una certa deferenza nei confronti delle istituzioni comunitarie, sia nei toni che nella sostanza.
Prima di tutto, si riconoscono le regole europee e non le si rigetta, come tante dichiarazioni roboanti di Salvini e Di Maio hanno lasciato supporre anche nel recente passato. Insomma, sembra che il governo italiano accetti di giocare nel campo da gioco di Bruxelles, non ne chieda un nuovo perimetro nè un nuovo regolamento.
“Il governo italiano è cosciente di aver scelto un’impostazione della politica di bilancio non in linea con le norme applicative del Patto di stabilità e di crescita. […] Il governo prevede di discostarsi dal sentiero di aggiustamento strutturale nel 2019 ma non intende espandere ulteriormente il deficit strutturale nel biennio successivo e si impegna a ricondurre il saldo strutturale verso l’obiettivo di medio termine a partire dal 2022.
Qualora il pil dovesse ritornare a livello pre-crisi prima del previsto, il governo intende anticipare il percorso di rientro”.
E infine: “Qualora i rapporti debito/pil e deficit/pil non dovessero evolvere in linea con quanto programmato, il governo si impegna a intervenire adottando le necessarie misure affinchè gli obiettivi indicati siano rigorosamente rispettati”. In altri termini, l’Italia promette all’Europa che lo scostamento senza precedenti nei saldi dei conti pubblici – come lo ha definito la Commissione Ue nella lettera inviata a Roma giovedì scorso – varrà solo per quest’anno e se le previsioni si rivelassero fallaci, allora ci sarà l’anno prossimo una correzione di rotta. Come? “Tagliando la spesa pubblica”, assicura il premier Conte.
Messa così, la lettera scritta da Tria, rivista da Conte e vidimata dai due vicepremier Di Maio e Salvini, può davvero sembrare un tentativo di dialogo, visto che per di più si chiude con un enfatico “il posto dell’Italia è in Europa e nell’area Euro”.
Tuttavia, si tratta di un modo come un altro per prendere tempo, cercare di diluire lo scontro per il timore di una reazione smodata dei mercati, poter fare campagna elettorale contro le èlite europee e, in fin dei conti, cercare di sfangarla fino alle elezioni.
Nella convinzione che dopo maggio a Bruxelles partirà una nuova era.
Come facciamo a dirlo? Semplicemente facendo un ragionamento sui tempi.
Domani, o al massimo in settimana, arriverà la risposta finale di Bruxelles e, al netto di clamorose sorprese, sarà negativa: la manovra verrà bocciata.
A quel punto l’Italia avrà tre settimane di tempo per correggerla ma – sempre a meno di cambi di rotta dell’ultimo minuto – dovrebbe tenere il punto.
Cosa succede col muro contro muro? A Bruxelles non resterà che avviare la procedura d’infrazione, presumibilmente a inizio 2019, proprio nel momento giusto per permettere sia all’Europa che all’Italia di fare propaganda elettorale.
Salvini e Di Maio ovviamente disegneranno lo scenario per loro congeniale ovvero racconteranno la matrigna e arcigna Commissione Ue che vuol togliere ai poveri e ai disoccupati il reddito di cittadinanza nonchè ai lavoratori il diritto di andare in pensione prima degli angusti paletti della Fornero.
La Germania e i paesi del Nord dal canto loro potranno fare campagna proponendosi come argine al populismo, che rischia di far pagare a tutti gli europei i debiti fatti in passato e in futuro dagli stati-cicala, Italia in primis.
E la promessa di Conte e Tria di correggere la manovra se la crescita non andrà come previsto?
Se mai ci sarà una manovra correttiva, questa avverrà solamente dopo l’estate, nella migliore delle ipotesi a settembre.
E quindi, ancora una volta, dopo le Europee. Presumibile infatti che il governo vorrà aspettare l’andamento dell’economia per almeno i primi due trimestri prima di rivedere al ribasso le stime contenute nel Def.
Siccome l’Istat diffonde le stime preliminari del secondo trimestre a fine luglio e il dato definitivo a fine agosto, ecco che si arriva come niente fosse a settembre.
Quindi, come si vede, l’obiettivo del SalviMaio è tenere duro fino alle elezioni, poi si vedrà . Con un’unica grande incognita: il comportamento dei mercati. Solo uno spread impazzito, con tutto quello che può conseguire per i conti pubblici e soprattutto per il sistema bancario italiano, potrebbe far saltare questa strategia dell’opportunismo.
Non è un caso che sia Di Maio che Salvini durante la mini-crisi sul condono fossero più preoccupati dal differenziale Btp-Bund che dagli strali in arrivo da Bruxelles.
(da “Huffingtonpost”)
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