CASAPOUND MINACCIA LA GUARDIA DI FINANZA: “SE ENTRATE SARA’ UN BAGNO DI SANGUE”
BLOCCATO IL TENTATIVO DI VERIFICARE CHI ALLOGGIA REALMENTE ALL’INTERNO DELLO STABILE OCCUPATO ABUSIVAMENTE A ROMA DA 15 ANNI E SOGGETTO A SFRATTO MAI ESEGUITO
“Se entrate sarà un bagno di sangue”. Questa la minaccia rivolta dai militanti di Casapound ai militari della guardia di finanza, che hanno così dovuto rimandare lo sgombero del quartier generale delle ‘tartarughe’, concordato in realtà da diversi giorni tra gli agenti della Digos e i leader del partito.
L’espisodio, raccontato dal Corriere della Sera, è andato in scena ieri pomeriggio: le fiamme gialle, inviate allo stabile di Via Napoleone III dalla procura della Corte dei Conti, hanno provato ad entrate nell’edifico, di proprietà del Comune e occupato abusivamente dai neofascisti dal 27 dicembre 2003.
Ma l’operazione, come detto, si è risolta in un nulla di fatto, nonostante le precisazioni dei militari sulla natura dell’operazione:
“In realtà il colonnello Pietro Sorbello chiedeva solo di poter eseguire il mandato della procura regionale della Corte dei Conti che, per quantificare lo spreco di questi anni, ha avviato una serie di approfondimenti, alcuni dei quali, come è ovvio, da eseguire all’interno dello stesso edificio.All’ultimo però qualcuno del movimento avrebbe cambiato idea e i militanti di Casapound fra cui Mauro Antonini avrebbero intimato l’alt alla finanza minacciando di ricorrere alla violenza”.
I pm tuttavia non demordono, e proveranno ad acquisire la documentazione necessaria a ricostruire la storia dell’occupazione – e quindi il danno erariale – in altri modi. Oppure, c’è da scommetterci, con un nuovo blitz nelle possime settimane.
Stavolta senza preavviso.
L’inchiesta, comunque, prosegue. Il pm Minerva, titolare del fascicolo, intende ricostruire le eventuali responsabilità dei pubblici ufficiali che non avrebbero inviato alla Prefettura richieste di sgombero, tollerando la situazione di abusivismo.
Per i pm lo spreco sarebbe evidente, visto che sitratta di un edificio demaniale, affidato in gestione al ministero dell’Università che, anni fa, aveva anche sporto una denuncia in prefettura.
Gli anni su cui indagano gli inquirenti sono gli ultimi dieci, visto che il periodo precedente risulta ormai prescritto.
(da agenzie)
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