CORLEONE MANDA IN TILT IL M5S
DI MAIO ANNULLA PARTECIPAZIONE AL COMIZIO E ANNUNCIA ESPULSIONE DEL SUO CANDIDATO SINDACO E DEL DEPUTATO DI ZONA DOPO IL POST CON IL NIPOTE DI PROVENZANO
Michele Giarrusso è in auto direzione Corleone quando sul suo smartphone compare la foto del candidato sindaco Maurizio Pascucci con Salvatore Provenzano, nipote di Bernardo capo di Cosa Nostra dal 1995.
Nella frazione di un secondo Giarrusso fa inversione a U e torna indietro. Decide che al comizio non ci sarà così come non parteciperà Luigi Di Maio, anche lui quasi sul posto.
I due si sentono, sono sbalorditi, increduli. Il capo politico non chiede neanche spiegazioni al diretto interessato.
La linea è chiara e non lascia scampo. Pascucci non è più il candidato sindaco del Movimento 5 Stelle nel comune già sciolto per infiltrazioni mafiose “e chi ha partecipato alla decisione di pubblicare quella foto dovrà vedersela con i probiviri”, fa sapere Giarrusso che nel frattempo ha licenziato Pascucci, suo collaboratore in Senato.
L’aspirante primo cittadino che resta in corsa tira in ballo un deputato nazionale, Giuseppe Chiazzese, eletto nel collegio di Corleone, che con lui ha preso la decisione di pubblicare quell’immagine per aprire un dialogo con i parenti dei mafiosi “che pur non rinnegando la parentela, prendono le distanze dagli omicidi commessi e dai guai”.
Giorni fa è successo questo.
Pascucci e Chiazzese sono andati insieme al York bar di Salvatore Provenzano ed ecco lo scatto pubblicato su Facebook: “Un buon caffè con Salvatore. Delusione per i maldicenti… – scrive il candidato – abbiamo aperto un dialogo nel quale è stato messo al centro, da parte sua, il non voler rinnegare la parentela, ma al tempo stesso il non avere nulla a che fare con quello che ha rappresentato, prendendo le distanze dagli omicidi commessi, dai guai e dalle tante lacrime che i mafiosi hanno fatto consumare a tanti cittadini di questo Paese”.
Parole inaccettabili per il Movimento. “Questa sera avremmo dovuto ricordare le vittime di Cosa nostra, non possiamo accettare che il nostro candidato sindaco apra un dialogo con i parenti dei mafiosi”, dice Giarrusso che premette provvedimenti anche nei confronti di Chiazzese.
Nessuno nel Movimento mette in dubbio l’impegno dell’aspirante primo cittadino contro la mafia, “forse è caduto in una trappola”, viene spiegato, “ma è ingiustificabile. Hanno sbagliato tempi, modi, tutto.
Di Maio per non dare adito a fraintendimenti inizia una diretta Facebook: “Ho aperto il cellulare e tra le news c’era questa notizia data dal nostro candidato sindaco M5S che voleva aprire il dialogo con i parenti dei mafiosi (..) Sono sicuro che quella dichiarazione sia stata fatta in buona fede ma quel concetto è pericolosissimo. I voti di quelli non li vogliamo e ci fanno schifo”.
Tra l’altro da pochissimi giorni il Movimento 5 Stelle guida la commissione Antimafia con Nicola Morra presidente e tutto ciò diventa ancora più paradossali: “Le parole di Di Maio dimostrano come il Movimento abbia come priorità la lotta alle mafie ed il supporto alle vittime innocenti delle stesse, vittime che purtroppo sono tantissime. Non possiamo accettare nessun cedimento o ambiguità ”
La trappola consisterebbe, raccontano gli attivisti del Paese, nel fatto che da qualche giorno a Corleone si era sparsa la voce che Pascucci volesse mettere in ginocchio anche le attività dei parenti dei mafiosi perchè un tempo “nei campi di Libera si diceva di non frequentare il bar del nipote di Provenzano.
“Siamo andarti in quel bar – dicono – per dimostrare che noi siamo inclusivi, per prenderci un caffè”. Ecco quindi la foto con il titolare.
“È assurdo – continua a dire Giarrusso, componente già della scorsa legislatura della commissione antimafia – per noi la lotta alla criminalità organizzata viene prima di ogni altra cosa. Non facciamo foto con i parenti dei mafiosi. Non si fa così. Non è questa la nostra antimafia”.
Dopo che l’intero Movimento va in tilt, Pascucci prova a motivare il suo gesto cambiando anche versione perchè nella prima scriveva che i parenti non erano stati rinnegati: “Il messaggio è stato interpretato male. Con la foto volevamo trasmettere il messaggio che i parenti dei mafiosi che prendono le distanze dai proprio congiunti non possono essere esclusi dalla comunità “.
Poi durante il comizio rivendica la scelta. Nel frattempo interviene anche la moglie di Salvatore Provenzano: “Noi siamo gente per bene. Ogni mattina ci alziamo alle cinque per venire ad aprire il bar. Non ho proprio niente da dire a Di Maio, ognuno è libero di fare ciò che vuole. E se non vuole i nostri voti, pazienza. Ne faremo a meno. Quella foto mica l’abbiamo voluta fare noi – spiega- l’ha voluta fare lui con quelli del suo staff”.
Nel racconto della giornata torna Chiazzese che sale sul palco: “Non salire è un atto di codardia”. Questa parole arrivano a Roma.
Anzi, sono già sul tavolo dei probiviri
(da “Huffingtonpost”)
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