CI MANCAVA SOLO IL MINISTRO CHE CERCA CONSENSI SUI COMPITI PER LE VACANZE
CON TUTTI I PROBLEMI DELLA SCUOLA, IL MINISTRO BUSSETTI PENSA A RACCOGLIERE VOTI TRA I GENITORI CON “MENO COMPITI PER LE VACANZE”, COSI’ STANNO TUTTI A CONTEMPLARE IL PRESEPE
Quanti compiti posso assegnare, caro Babbo Natale, ai miei studenti per le prossime vacanze natalizie?
Se suggerirò un romanzo da leggere e una versione di latino a Peppino, mentre alla classe di Rosa darò da ripassare il teorema di Pitagora perchè con il touch screen che ha ricevuto per il compleanno ricorda difficilmente le regole della geometria, non riceverò io i regali sperati?
Simile al cavolfiore bollito, il mio cervello stanco cerca di individuare il problema dei compiti e quanto questi possano offuscare le luci dell’alberto addobbato in sala.
Avrei piuttosto avuto bisogno sul finire del 2018, caro Babbo Natale, di una diagnosi, di una diagnosi qualsiasi sul disagio e i problemi che l’istruzione oggi attraversa dalla scuola all’università , fosse pure servita a lenire il mio sconforto.
Questo è rappresentato dallo scarso investimento del governo nell’istruzione, in ogni ordine a grado, dalla scuola all’università ; il magmatico e sempre disatteso sistema di reclutamento dei docenti e la loro irrisoria paga, rispetto alle funzioni loro richieste. Preparati, colti, buoni ascoltatori, facilitatori, meglio se con nozioni di psicologia dello sviluppo e del diritto di famiglia, mantengo ancora l’apparenza di una normale vita quotidiana nella scuola.
I genitori che conosco non descrivono come doloroso il trascorre del tempo a studiare con i propri figli, ottimo esercizio empatico e cognitivo per stimolare rapporti e ravvivare ruoli e memorie a rischio.
Incontrando oggi il Garante per l’infanzia, il Ministro dell’Istruzione scopre e teme la fatica dell’apprendere. I compiti assegnati agli studenti per la pausa natalizia sono l’ultimo problema.
Le vacanze sono occasione per trascorrere del tempo con la famiglia – per chi una ne ha – e giorni di serenità – per chi può permetterseli.
Il Natale fatto di tradizione, con l’albero, il Bambino Gesù nel Presepe, lo stare in famiglia non sarà certo profanato dallo stolto pedagogo, incurante degli affetti domestici.
Lo studio e le sue regole sono questioni da approfondire con i pedagogisti, mentre la circolare ricevuta oggi dai docenti è una bonaria campagna di consensi.
Per uno studente iscritto alla scuola lo svolgimento di compiti e lo studio sono dimensioni che gli sono affidate per costruire saperi, sviluppare proprie competenze acquisendone di nuove.
Gli insegnanti che danno dei compiti, anche durante le Vacanze di Natale, sanno calibrare l’impegno richiesto.
Alla scuola non mancano questi bravi maestri. Alla scuola manca un ritmo e una continuità che le diano ordine. Per questo va fuori tempo. L’impressione che la vita acceleri ed essa le passi accanto, anche il Santo Natale.
Non è più possibile un’esperienza di durata, gli stessi docenti diventano transitori a causa dell’ingranaggio delle cattedre e delle ore di insegnamento.
La necessità di istruire è un invito a incarnare una coscienza critica, la cui perizia non consiste nel sapere manipolare l’immaginario del dovere ma rivelare la radicale falsità di queste strategie.
La Convenzione sui Diritti dell’Infanzia (1989) all’art. 3 recita: «Gli Stati parti si impegnano ad assicurare al fanciullo la protezione e le cure necessarie al suo benessere, in considerazione dei diritti e dei doveri dei suoi genitori, dei suoi tutori o di altre persone che hanno la sua responsabilità legale, e a tal fine essi adottano tutti i provvedimenti legislativi e amministrativi appropriati».
Sono questi provvedimenti appropriati il segnale che attendo da Babbo Natale.
(da “Huffingtonpost”)
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