MANOVRA, MERKEL MEDIA CON L’EUROPA MA IL PROBLEMA E’ QUOTA CENTO
PER MOLTI PAESI LA PROPOSTA DELL’ITALIA VA RIVISTA SULLE PENSIONI
Un colloquio di mezz’ora stamane al primo piano dell’Hotel Amigo in centro a Bruxelles, dove alloggiano entrambi, in questi giorni di consiglio europeo ma soprattutto di trattative tra Italia e Ue sulla manovra.
Angela Merkel tende la mano a Giuseppe Conte, che con il bilaterale con la Cancelliera entra nel vivo dei negoziati sul nuovo documento di bilancio presentato al presidente della Commissione Jean Claude Juncker mercoledì scorso.
Il deficit promesso per l’anno prossimo si è abbassato al 2,04 per cento, non più il 2,4 per cento.
La tedesca apprezza gli sforzi, si dimostra ‘amica’ dell’Italia. Ma nel colloquio con il presidente del Consiglio italiano non nasconde le sue preoccupazioni.
Merkel è preoccupata soprattutto dal progetto di superamento della legge Fornero sulle pensioni, quel ‘quota cento’ su cui Matteo Salvini non molla.
In effetti il ‘siluro’ in mattinata arriva da Roma, plana sui tavoli delle trattative qui a Bruxelles, su quelli tecnici tra i dirigenti del Tesoro e i loro omologhi in Commissione.
Soprattuto sul confronto tra Merkel e Conte. In una dichiarazione all’Agi, infatti, Salvini insiste: “Quota cento non si tocca”. E ribadisce che la misura deve essere “triennale, con prima finestra utile ad aprile”, per andare in pensione.
Non è una frase beneaugurante per le trattative del governo in corso a oltranza a Bruxelles. Anche perchè il tempo stringe: un accordo deve essere trovato entro domenica per evitare la procedura di infrazione per deficit eccessivo legato al debito. Entro domenica, in modo che il governo faccia in tempo a presentare in Senato gli emendamenti che serviranno a correggere la manovra licenziata dalla Camera, evidentemente superata.
Entro domenica così la settimana prossima la Commissione sia nelle condizioni di frenare sulla procedura di infrazione se non proprio chiuderla formalmente, che sarebbe il massimo del risultato.
Ma la soluzione non è ancora a portata di mano. Conte ne parla con Merkel. Con lui c’è anche il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi, attivissimo nei rapporti diplomatici con gli altri governi europei e con Bruxelles nella complicata gestione della manovra economica italiana, bocciata dalla Commissione ormai quasi due mesi fa.
A Bruxelles resta in attesa il ministro Giovanni Tria, che ieri ha incontrato i commissari Pierre Moscovici e Valdis Dombrovskis e li incontrerà di nuovo nel pomeriggio. Il commissario francese è decisamente ‘colomba’ della trattativa, soprattutto ora che la Commissione si prepara a fare concessioni a Emmanuel Macron che cerca di placare i gilet gialli con misure che alzeranno il deficit della Francia forse oltre il tetto del 3 per cento.
Il lettone è più rigido, come tutti i nordici, ma a questo punto l’ampiezza dei suoi margini di manovra dipende dalle risposte di Roma.
Quota cento, per come la immagina Salvini, rimane un pugno allo stomaco per un’Europa che in questo modo vede minata la riforma Fornero, l’unica riforma apprezzata a Bruxelles come veramente strutturale in modo da mettere a posto i conti pubblici italiani.
Ammesso che le richieste della Lega non incidano sul deficit nominale dell’anno prossimo (fissato ormai al 2,04%), possono però creare problemi a quello strutturale. Cosa non da poco.
La Commissione e anche la Merkel sono convinti che andrà così. Ecco perchè insistono a chiedere garanzie prima di firmare l’accordo.
Conte continua a trattare. I canali con Roma sono sempre attivi. Era previsto anche un bilaterale con il premier olandese Mark Rutte, uno dei più duri contro l’Italia sul bilancio. Pare che problemi di agenda non lo permetteranno.
E certo se ci sono ancora nodi da sciogliere e se la prima a segnalarlo è Merkel, difficile che Rutte si sieda al tavolo per dire la sua.
La posizione è nota: l’Italia deve rientrare nelle regole del patto di stabilità per non causare scossoni alla zona euro.
(da “Huffintonpost”)
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