L’ACCUSA AL PRESIDENTE LEGHISTA DELLA REGIONE LOMBARDIA E’ PRECISA: HA NOMINATO IL SUO SOCIO DELLO STUDIO LEGALE IN UN ORGANISMO DOVE L’INCARICO NON ERA “FIDUCIARIO†MA OGGETTO DI AVVISO PUBBLICO CUI AVEVANO PARTECIPATO 60 PERSONE CHE SI SONO VISTE SCAVALCATE
IL FATTO E’ GRAVE, ALTRO CHE LE BALLE DI SALVINI: E’ COME FARE UN CONCORSO E POI VEDERE CHE QUEL POSTO E’ STATO ASSEGNATO A UN AMICO DEL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE… IL M5S ATTACCA FONTANA
Il governatore lombardo Attilio Fontana è indagato per abuso d’ufficio nella maxi inchiesta della Dda di Milano che ieri ha portato a 43 misure cautelari. Lo riporta stamani il Corriere della sera e la notizia è stata confermata da fonti qualificate.
La contestazione riguarda la nomina del suo ‘socio di studio’ Luca Marsico al Nucleo di valutazione degli investimenti della Regione Lombardia.
Fontana è stato convocato per lunedì 13 maggio dai pm milanesi per l’interrogatorio.
Secondo gli inquirenti, facendo nominare Marsico, avrebbe violato il principio di imparzialità perchè quel posto non era di nomina ‘fiduciaria’ ma si trattava di un incarico che era passato per un avviso pubblico a cui hanno partecipato circa 60 persone.
Nell’invito a comparire Fontana viene convocato per un interrogatorio per la prossima settimana.
Secondo il quotidiano, Gioacchino Caianiello avrebbe proposto a Fontana di nominare una terza persona alla Direzione formazione della regione in cambio di consulenze a Marsico.
Fontana declina la proposta, pur senza denunciarla, e risulta quindi ‘parte offesa’ in un tentativo di istigazione alla corruzione, non imputabile per concorso in corruzione.
Il Corriere riferisce però che Fontana abbia in seguito proposto autonomamente alla giunta regionale di nominare Marsico tra i membri esterni di un ‘Nucleo di valutazione degli investimenti pubblici’, un incarico che frutta 11.500 euro l’anno e 180 euro a seduta.
Un fatto che gli vale l’indagine della Procura per abuso d’ufficio.
Secondo il quotidiano inoltre Fontana la scorsa settimana si sarebbe recato in Procura, da solo e senza appuntamento, per chiedere al Procuratore Francesco Greco conferma delle voci su imminenti iniziative giudiziarie in Regione. Il governatore è stato convocato per il prossimo 13 maggio in Procura.
In sostanza, da quanto si è saputo, nell’inchiesta coordinata dall’aggiunto Alessandra Dolci e dai pm Adriano Scudieri, Luigi Furno e Silvia Bonardi, viene contestato l’abuso d’ufficio a Fontana perchè gli inquirenti sospettano che Marsico sia stato nominato per quell’incarico in Regione solo in quanto ex socio di studio del Governatore, malgrado quella nomina fosse passata per un “avviso pubblico” di
selezione a cui hanno partecipato 60 candidati.
La nomina è stata effettuata con una delibera dello scorso ottobre, che gli investigatori sono riusciti ad acquisire formalmente soltanto ieri.
Lo scorso fine settimana, da quanto si è saputo, hanno avuto il riscontro documentale dell’esistenza di quella nomina, anche perchè gli inquirenti avevano cercato, ma senza risultati positivi, da fonti aperte e tramite accertamenti quale “soluzione alternativa” Fontana avesse trovato come incarico per l’ex socio, dopo che aveva rifiutato, senza denunciare, la proposta corruttiva dell’ex coordinatore provinciale di FI a Varese Gioacchino Caianiello
In alcune intercettazioni effettuate dopo la richiesta di misure cautelari per le 43 persone coinvolte nella maxi indagine della Dda, da quanto si è saputo, lo stesso Caianiello, però, avrebbe fatto proprio riferimento al nuovo incarico di Marsico precisando anche le cifre corrisposte all’avvocato, ossia 11.500 euro come emolumento annuale e 185 euro come gettoni di presenza.
A partire proprio da queste intercettazioni gli inquirenti sono andati a cercare la delibera di nomina e hanno avuto un riscontro già lo scorso fine settimana, hanno iscritto nel registro degli indagati Fontana già nei giorni scorsi, probabilmente lunedì scorso, e poi hanno acquisito la delibera ieri.
Hanno ascoltato anche una serie di testimoni ieri, tra cui anche lo stesso Marsico, e da alcuni testi, stando a quanto si è appreso, sarebbero arrivate anche parziali ammissioni.
Secondo i pm, Fontana avrebbe anche violato il dovere di astensione per conflitto di interessi, anche se il Governatore dopo l’elezione al Pirellone aveva ceduto le sue quote dello studio alla figlia.
“Fontana ha la responsabilità politica diretta della nomina dei suoi collaboratori. Stiamo valutando quanto sta emergendo e il presidente ha il dovere di fare totale chiarezza. Il primo anno di legislatura regionale è stato disastroso, ora queste vicende giudiziarie gettano altre ombre su tutta l’attività della giunta regionale e riportano la Lombardia nel fango e agli scandali di Formigoni e alle inchieste sulla sanità di Maroni”. A dirlo è Marco Fumagalli, capogruppo del M5s in Regione Lombardia, commentando la notizia dell’invito a comparire, davanti ai magistrati, al presidente lombardo Attilio Fontana, nell’ambito di un’inchiesta della Dda di Milano.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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