INTERVISTA A PENNACCHI: â€IL FASCISMO CON SALVINI NON HA NULLA DA SPARTIREâ€
“E’ UNA CAZZATA NEGARE CHE LA NASCITA DELLO STATO SOCIALE E LA MODERNIZZAZIONE DEL PAESE AVVENNE DURANTE IL FASCISMO”… “SALVINI CAVALCA INVECE SOLO ODIO E RAZZISMO, ASPETTI CHE SONO INSITI NELLA NATURA UMANA SOTTO TUTTE LE LATITUDINI”
“A Torino io vado per parlare del mio romanzo con Bruno Gambarotta, uno dei pochi dotati di ironia in questo Paese. In Italia, di solito, si preferisce fare sarcasmo”, esordisce Antonio Pennacchi, scrittore ed ex operaio, classe 1950.
Figlio di una famiglia di coloni trasferitasi dal Veneto nell’Agro Pontino all’epoca della bonifica e Premio Strega 2010 col romanzo Canale Mussolini (Mondadori, 2010), Pennacchi arriva all’ombra della mole antonelliana per presentare il suo ultimo libro Il delitto di Agora (Mondadori, 2018) “Sono un povero vecchio che si muove sempre mal volentieri. Vado al Salone del Libro perchè andarci fa parte del mio mestiere”, confessa.
Lo stesso Salone che quest’anno si apre all’insegna delle polemiche: scosso dalla presenza della casa editrice di estrema destra Altaforte
Chiacchierando con lo scrittore di Latina, è inevitabile chiedergli che idea si sia fatto della vicenda.
Polemiche, dimissioni, defezioni, fascismi e antifascismi alla vigilia del Salone del Libro di Torino. Che ne pensa?
Sto scrivendo il nuovo romanzo e, quando scrivo nuovi romanzi, faccio un’immersione completa nell’universo che sto costruendo. Lavorando sul passato e sulla memoria, il presente mi entusiasma poco, ma posso dirle che il principio fondamentale che distingue la democrazia e la libertà dal mondo degli autoritarismi – e dunque dai fascismi che ci sono stati nel corso della storia – è quello dell’eguaglianza sostanziale tra gli esseri umani. Esiste un diritto-dovere che garantisce la libertà di pensiero, parola ed opinione anche a quelli che non la pensano come te. Lo diceva Voltaire. Quando garantisci la libertà solo ad una parte, hai valicato il limite: sei tra gli autoritarismi. Questo non vuol dire che la democrazia non debba difendersi dai pericoli fascisti. Deve farlo certamente, ma quando questi si traducono nella prassi, nella pratica, nella violenza
C’è chi ha parlato di Resistenza…
È quando una forza di estrema destra, qualsiasi nome essa porti, mette in atto violenza che bisogna reprimerla in maniera assoluta. Lì non si passa. L’esclusivo uso della forza, in un Paese democratico e di diritto, è riservato allo Stato. Il privato cittadino non può e non deve permettersi di usarla, non può contravvenire alle regole. In quei frangenti è necessario intervenire ma, rispetto al libero scambio di opinioni, c’è poco da fare: la democrazia deve valere per tutti e non solo per se stessi
Cosa significa per lei “antifascismo”?
Premetto che il mio giudizio sul fascismo, che emerge anche dai miei libri, è totalmente negativo. Bisogna però dire che l’antifascismo, dal Dopoguerra in poi, ha commesso errori nella costruzione dell’interpretazione del fascismo stesso, utilizzando strutture di tipo manicheo anzitutto tese a rimuovere il senso di colpa complessivo della società italiana. Durante il regime, gli italiani dimostrarono pressochè totale acquiescenza, anche verso gli aspetti più oscuri del fascismo. Fu un’accondiscendenza di massa alla dittatura, alla politica di guerra e perfino alle Leggi Razziali, da cui il popolo italiano si è risollevato solo negli ultimi anni di regime. Da ciò è derivata la tendenza di molti a negare che il 97 per cento dei nostri avi sono stati fascisti. Gli elementi cardine dei fascismi — ossia l’autoritarismo, la violenza, la xenofobia, il razzismo e così via — sono ciò che Claude Lèvi-Strauss definisce universali psichici. Purtroppo fanno parte della natura umana
Difficile, in questi termini, trovare una via d’uscita.
Non è sufficiente, come qualcuno sostiene, cambiare quartiere se nel proprio viene aperta la sede di una forza di estrema destra. Non sarebbe sufficiente nemmeno cambiare città o addirittura galassia: purtroppo i peggiori istinti, per quanto repressi, albergano in ognuno di noi. È questo il vero dramma. L’universo umano è fatto di bene e di male, non si può dividere con l’accetta
Dividere con l’accetta: in molti vorrebbero farlo…
Uno degli errori dell’antifascismo, a questo proposito, è stato negare che nel Ventennio, al di là delle aberrazioni, fossero state realizzate anche cose positive. Facciamo una cazzata se omettiamo che la nascita dello stato sociale avvenne in quel periodo, assieme alla modernizzazione del Paese e alla realizzazione di opere come la bonifica dell’Agro Pontino. Bisogna ammettere certi fatti, precisando però che quelle poche cose positive non bastano all’assoluzione nell’ambito del giudizio storico complessivo. Ci sono state le guerre dichiarate e perse, c’è stata la dittatura e soprattutto ci sono state le Leggi Razziali. Sono questi gli aspetti che pesano sulla coscienza, ma non soltanto su quella dei fascisti e dei neo-fascisti: dovrebbero pesare sulla coscienza dell’intero popolo italiano.
Se le dico “lotta politica” cosa risponde?
La lotta politica la faccio con i libri, sperando che i lettori colgano il messaggio. Le storie che scrivo sono testimoni del mio pensiero e della mia azione, che è ancora politica. Resto uno scrittore che viene dalla galassia operaia, fortemente legato al movimento operaio. Potrei addirittura aggiungere che sono tuttora marxista-leninista-maoista. Detto questo, io vado a Torino per parlare con Bruno Gambarotta del mio romanzo e gli altri facessero ciò che vogliono. La presenza di case editrici con un certo orientamento politico durante eventi importanti non è una novità : in molte fiere, anche in quella della Piccola e Media Editoria di Roma, è facile scorgere croci celtiche, stand con libri sul fascismo e su Mussolini. Si tratta di qualcosa che è sempre esistito e che fa parte della nostra storia.
Molti parlano del rischio di un ritorno del fascismo. Lei cosa ne pensa?
Io credo che la storia non si ripeta mai in questi termini. Onestamente non sono tanto preoccupato dal ritorno del fascismo per come l’abbiamo conosciuto storicamente. Sono invece impensierito dalle forme di Matteo Salvini e dal costante richiamo all’odio, alla xenofobia e al razzismo. Ma questi aspetti non derivano dal fascismo storico, derivano dalla natura umana. I lati oscuri dell’uomo, di tanto in tanto, riemergono: è un fenomeno che vediamo in America, o in altri Paesi del mondo, con vari nomi. Il mio ultimo libro, Il delitto di Agora, parla di questo: bene e male albergano dentro di noi e chiunque è un potenziale assassino. Bisogna che a dominare sugli impulsi più bassi dell’essere umano siano la ragione e la cultura.
(da “Huffingtonpost”)
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