SALVINI E IL CHINOTTO EX SOVRANISTA
PRIMA IL CHINOTTO ITALIANO? QUALCUNO AVVISI SALVINI CHE LA LURISIA (MAGGIORE PRODUTTRICE DI CHINOTTO IN ITALIA) E’ STATA APPENA ACQUISTATA DALLA COCA COLA
Potere delle multinazionali. Giorni fa, dal palco della Zena Fest, la festa della Lega a Genova, Matteo Salvini ha lanciato pacchi di Kinder Ferrero ai suoi sostenitori, incitando alla “disobbedienza civile” per resistere alla ventilata tassa sulle merendine che il ministro dell’Istruzione, il toninellico Lorenzo Fioramonti, vorrebbe introdurre per aumentare i fondi alle scuole italiane.
Sembrava una scena del film Il dormiglione di Woody Allen, 1973, quando il protagonista, svegliatosi dopo molti anni, scopre i benefici nutrizionali di torte di creme e merendine che i dietologi da sempre avevano demonizzato. Il sonno della ragione crea insani appetiti.
Dopo le merendine, in un sussulto di resipiscenza, il leader del Carroccio ha però assicurato la platea al grido di «Resisteremo con il chinotto».
Il chinotto fa molto km zero (si produce in gran parte nel savonese), presidio Slow Food, stile vintage, orgogliosa tradizione italiana.
Forse Salvini non era stato avvertito che nel frattempo la Lurisia, la maggior produttrice di chinotto (tra gli gli azionisti c’è Oscar Farinetti), era stata venduta alla Coca Cola.
Tanto che Slow Food ha deciso di interrompere subito la collaborazione con l’azienda di acque minerali di Roccaforte nel Cuneese
Addio pane e salame, addio porchetta: sovranismo di testa, globalismo di pancia.
(da agenzie)
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