PORTOGALLO, EXIT POOL: VINCONO I SOCIALISTI AL GOVERNO , CENTRODESTRA STACCATO DI DIECI PUNTI
SOCIALISTI 34,5-38,5%, CENTRODESTRA 24,6%-28,6%
Il Partito socialista (Ps) di Antonio Costa stravince – secondo le prime proiezioni parziali e i primi exit-poll- le elezioni in Portogallo ma manca di un soffio la maggioranza assoluta.
E se i risultati saranno confermati dallo spoglio dei voti dovrà cercare da domani il (o i) partner con cui governare per i prossimi quattro anni il Paese.
Il partito del premier uscente avrebbe conquistato tra il 34,5% e il 38,5% dei voti contro il 32% del 2015.
I socialdemocratici (centrodestra) dell’ex-sindaco di Porto Rui Rio sono crollati dal 38,5% a una forbice compresa tra il 24,6%% e il 28,6%. A livello record l’astensione con un’affluenza prevista di poco superiore al 50%.
Le urne hanno premiato tutti e tre i partiti della gerinconà§a (letteralmente l’ammucchiata) l’alleanza di sinistra che ha governato il Portogallo dal 2015 portandolo fuori dalla crisi grazie a una politica che ha cancellato alcune delle misure imposte dalla Troika senza far saltare – grazie anche all’ottima congiuntura economica e al boom del turismo – gli equilibri di bilancio.
Il Bloco de Esquerda è accreditato di una percentuale tra il 7,7 e l’11,7 % dei voti (10,1% nel 2015) la coalizione tra comunisti e verdi sarebbe tra il 6% e l’8% (5% quattro anni fa). Buona ma inferiore alle attese la performance di Pessoas animais e natureza (Pan), il movimento ambientalista che cavalca l’effetto Greta, che sarebbe tra il 2,7% e il 4,7%, sotto il 5% delle ultime europee, ma con i suoi seggi potrebbe diventare l’ago della bilancia di un futuro governo.
La composizione reale del Parlamento si capirà solo a scrutini ultimati e seggi assegnati.
La delicata partita per la formazione del nuovo governo (se effettivamente il Ps non avrà la maggioranza assoluta) partirà già da domani. Costa ha ribadito di essere pronto a negoziare per la formazione di un governo di minoranza e non per una coalizione vera e propria. Lo stesso schema della scorsa legislatura che gli potrebbe consentire in qualche caso di cercare a destra i voti che non arrivavano da sinistra.
A voti contati e seggi assegnati si capirà se dovrà essere un tavolo di trattative a tre o se ai socialisti basterà allearsi con uno dei due ex alleati.
Il Bloco de Esquerda e la coalizione tra comunisti e verdi hanno comunque posto una serie di chiari paletti per dire di sì: un aumento degli investimenti pubblici e del salario minimo, una politica sociale seria per affrontare il tema della casa dopo l’impennata dei prezzi di affitti e e valore degli immobili più un’attenzione su salute ed educazione più accentuata di quella degli ultimi quattro anni.
La variabile impazzita – a seconda di quale sarà il dato reale dei seggi – è il Pan, il partito animalista nato sull’inda dell’effetto Greta. Andrè Silva, il leader, ha fatto sapere di essere pronto ad appoggiare un governo che si impegnasse a mettere i temi ambientali in cima alla sua agenda.
E Costa potrebbe essere tentato di imboccare questa strada, forse più semplice da gestire che quella dei rapporti a sinistra che negli ultimi mesi – sui temi degli aumenti di stipendio degli insegnanti e della riforma del lavoro – si erano surriscaldati.
(da agenzie)
Leave a Reply