ANCORA UN PAPEETE E IL VIRUS SCOMPARE
NELLO STABILIMENTO LEGHISTA LE ORDINANZE NON CONTANO: ASSEMBRAMENTI, BALLI E POCHISSIME MASCHERINE
C’è ancora una volta un Papeete nelle cronache estive del Paese. Torna alla ribalta lo stabilimento di Milano Marittima reso celebre dagli show di Matteo Salvini l’anno scorso, l’inno di Mameli declamato a torso nudo tra le cubiste, il simbolo dei “pieni poteri” che portarono il leader leghista a far cadere il governo gialloverde e a passare all’opposizione.
Questa volta cambia il contesto, è la pandemia e il suo sperabile post a farla da padroni, e il Papeete diventa simbolo del laissez faire all’italiana, del me-ne-frego del Covid, dei suoi divieti, del distanziamento, delle mascherine, insomma di tutto il corollario dei comportamenti responsabili che le autorità sanitarie e politiche auspicano per gli italiani.
Così bando alle regole del Comitato tecnico scientifico, alle ordinanze del governatore Bonaccini, a proposito, come suonano superate disposizioni tipo “nei bar tornano i quotidiani sui tavolini e si può rigiocare a carte. E in auto si viaggerà anche con i non conviventi” emanate dalla Regione al cospetto di mojito, deejay e cubiste.
Come suonano desueti e paternalisti gli appelli di scienziati come Locatelli che paventano un nuovo devastante lockdown.
Non c’è ordinanza o buon senso che tenga, su quel punto esatto della riviera romagnola, terra franca alle leggi degli uomini, occorre ballare, bere, divertirsi come se nulla fosse accaduto. Assembrati e leggeri.
Secondo l’ordinanza del comune di Cervia che regola la stagione balneare estiva in tempo di Covid “si potranno svolgere intrattenimenti musicali o dal vivo, nella sola modalità di musica d’ascolto, con postazioni sedute che garantiscano il distanziamento interpersonale e senza incitamento alcuno al ballo”.
Invece durante l’orario dell’aperitivo, sotto la consolle del dj, dove lo scorso anno si esibì persino l’ex ministro dell’Interno, centinaia di ragazzi quasi tutti senza mascherina (come accade in molti altri luoghi della movida) ballano scatenati sotto lo sguardo vigile delle ragazze immagine (anche loro senza mascherina) e degli steward del locale.
(da agenzie)
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