CONTE SI TIENE I POTERI STRAORDINARI: PROROGATO FINO A FINE ANNO LO STATO DI EMERGENZA
POLEMICHE SIA DA MAGGIORANZA CHE DA OPPOSIZIONE
Sarà prorogato di altri sei mesi, fino a fine anno, lo stato di emergenza proclamato il 31 gennaio. Il premier Giuseppe Conte conferma e la questione subito diventa politica.
“Se il Governo vuole prorogare lo stato di emergenza, venga prima in Parlamento a spiegarne le ragioni”, dice il deputato Stefano Ceccanti, dalle file del Pd. Il provvedimento, del quale si sarebbe già discusso negli ultimi incontri a Palazzo Chigi con i capi delegazione, “è in corso di valutazione” spiegano all’HuffPost dal Ministero della Salute. Considerato, però, che le disposizioni assunte all’inizio dell’anno scadranno il 31 luglio, le riserve dovrebbero essere sciolte a breve.
Ma da dove nasce la decisione, preludio di altri decreti del presidente del Consiglio dei ministri? È proprio necessario estendere lo stato di emergenza? “Se non lo prorogassimo, non avremmo più neppure i mezzi e gli strumenti per continuare a monitorare, per poter intervenire”, specifica il premier sottolineando che la decisione va comunque assunta in Consiglio dei ministri.
All’esecutivo ha fatto riferimento Ceccanti chiedendo il passaggio in Parlamento: “Non si può dubitare che l’esecutivo se ha questo orientamento abbia solide motivazioni”. Già , ma quali sono queste motivazioni?
Il ragionamento che circola al Ministero della Salute sull’opportunità della decisione – e del provvedimento conseguente – è basato sull’ipotesi che, decaduto lo stato di emergenza verrebbero a cadere anche tutte le misure varate per il contenimento del contagio e della circolazione del Covid19.
In un momento in cui il virus, come ricordano ogni giorno la cronaca e i numeri del bollettino della Protezione civile, è tutt’altro che scomparso, anzi ha già riacceso focolai in diverse aree del Paese. Per tacere dei casi di Covid di importazione: per fermarne l’ascesa ieri Speranza, con i ministri dell’Interno, degli Esteri e dei Trasporti, ha varato una nuova ordinanza che impone il divieto di “ingresso e transito” per chi negli ultimi quattordici giorni ha soggiornato o è transitato nei tredici Paesi inseriti in una “black list” – Armenia, Bahrein, Bangladesh, Brasile, Bosnia Erzegovina, Cile, Kuwait, Macedonia del Nord, Moldova, Oman, Panama, Perù, Repubblica Dominicana. E dunque, stante l’evidenza che l’emergenza non è finita, la proroga dello stato di emergenza sarebbe giustificata dal punto di vista sanitario.
Ma c’è anche chi, tra gli scopi della decisione “in corso di valutazione” annovera la possibilità per il Governo di varare in tal modo misure urgenti come i Dpcm evitando di passare per il Parlamento e per la Protezione civile di acquistare mascherine, o ciò che servirà per far fronte alla situazione nei sei mesi a venire, bypassando procedure di gara o concorsi.
Sarà per questo che si vuole estendere l’emergenza per altri sei mesi? Quel che è certo è che, a differenza di quanto è stato sempre fatto finora quando si trattava di assumere decisioni tanto rilevanti, stavolta il Comitato tecnico scientifico della Protezione civile non è stato coinvolto.
Nessuno – nè il premier nè il ministro Speranza – ha chiesto un parere agli esperti, sovente tirati in ballo, soprattutto da Conte, per giustificare la necessità delle misure restrittive via via assunte per contenere l’avanzata del contagio.
“In Cts non ne abbiamo mai parlato”, conferma ad HuffPost una fonte di primissimo piano, ribadendo che “comunque la scelta spetta al decisore politico”. La previsione, anche nel Cts, è che si opterà per il “sì”, che l’emergenza verrà prolungata fino al 31 dicembre. E loro, gli scienziati, si tengono “pronti a una decisione di questo tipo”
(da “Huffingtonpost”)
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