CONFERENZA STAMPA DI FINE ANNO, CONTE: “SE RENZI TOGLIE LA FIDUCIA VADO IN PARLAMENTO”
“RECOVERY PRONTO A META’ FEBBRAIO”
Il Recovery Plan “in Cdm nei primi giorni di gennaio”, poi il confronto con le parti sociali e la società civile, in modo da presentare “a metà febbraio” il piano all’Europa.
“È urgente una sintesi politica. Dobbiamo correre” e il Governo “non deve disperdere il suo patrimonio di credibilità ”. Ed è “chiaro che non si può governare senza la coesione delle forze di maggioranza, si può solo vivacchiare”.
Se venisse a mancare la fiducia di un partito come Italia Viva, “andrei in Parlamento” per una verifica, “il passaggio parlamentare è fondamentale”, ma “non voglio credere a uno scenario di crisi” e “non cerco un’altra maggioranza”.
Giuseppe Conte arriva alla conferenza stampa di fine anno nel pieno della tempesta politica. Si siede al tavolo di Villa Madama davanti ai cronisti proprio mentre in Senato ha appena terminato di parlare Matteo Renzi che invita il Governo a “decidere cosa fare da grande”, critica il mancato rispetto delle Istituzioni in occasione della legge di bilancio e sui Servizi segreti, avverte che “non saremo complici del più grande spreco di denaro della storia repubblicana”, con riferimento al Mes e al Recovery fund.
Il premier fa il punto di un anno vissuto intensamente, con l’Italia flagellata dal coronavirus, affrontato con 19 dpcm, con continue riunioni fra politici e tecnici e con decisioni complicate da prendere, intervallate quotidianamente da bollettini drammatici sul pesantissimo bilancio della pandemia.
Affronta anche le sfide del futuro più immediato, già a inizio gennaio dal Recovery Plan alla riapertura delle scuole, e di medio periodo, dallo scenario primaverile preoccupante del mondo del lavoro dopo lo sblocco dei licenziamenti al primo impatto significativo del piano vaccini, anche quello previsto in primavera.
Un breve preambolo per rispondere alle sollecitazioni del presidente dell’Ordine dei giornalisti Carlo Verna sui problemi del settore, ma passa subito alle domande, che si susseguono per quasi tre ore.
La prima, inevitabilmente, riguarda la verifica nella maggioranza e il Recovery Plan.
“Dopo la legge di bilancio, il prossimo passaggio urgente è il Recovery Plan. Ci sono stati in questi giorni incontri dopo che le forze politiche hanno presentato documenti e osservazioni critiche. Dopo quella bozza tecnica, è urgente una sintesi politica. Va fatta nei prossimi giorni, non valgono qui i giorni di festa” spiega il premier.
Di fronte a “un’occasione storica”, Conte punta ad “andare in Cdm già nei primi giorni di gennaio e partire subito, il giorno dopo, con il confronto con le parti sociali e poi dare al Parlamento la possibilità di dare un ulteriore contributo. Questo ci dovrebbe consentire ragionevolmente di arrivare in tempo, metà di febbraio per il progetto definitivo”.
Per il Recovery, dice poi Conte in risposta a un’altra domanda “non ho detto che va tutto bene, se non abbiamo ancora la struttura di governance vuol dire che dobbiamo affrettarci. Dobbiamo correre” spiega il premier, aggiungendo che occorre pensare a “una clausola di salvaguardia”, perchè “se non si rispetta il cronoprogramma le erogazioni sono sospese o addirittura si devono restituire i fondi. Per questo serve un meccanismo che stabilisca una volta per tutte cosa succede se si accumulano ritardi e si rischia di perdere le somme”. E sulla struttura di governance “penso a un decreto: è una richiesta precisa della Commissione europea”.
(da agenzie)
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