LEGGE SUI PENTITI E CASO BRUSCA: TANTA INDIGNAZIONE, NESSUNA PROPOSTA
NE’ SALVINI NE’ LETTA PRESENTERANNO MODIFICHE ALLA NORMATIVA SUI PENTITI DI MAFIA
Su Giovanni Brusca si ricompatta la maggioranza ma solo a parole. Perfino i due poli opposti, Matteo Salvini ed Enrico Letta, in nome dell’indignazione popolare, parlano della necessità di voler modificare l’attuale legge sui collaboratori di giustizia.
“Chi ha sciolto un bambino nell’acido, non può passeggiare libero come se nulla fosse. Questa è la legge ma nel 2021 si può aggiornare”, dice il leader della Lega, Matteo Salvini. Ma poi, si apprende da ambienti leghisti, che difficilmente alle parole seguiranno i fatti. Stessa cosa in casa Pd.
Per adesso la Lega è concentrata sui sei quesiti referendari, proposti dal partito Radicale, che verranno depositati alla Corte di cassazione il 3 giugno e per il quali dovranno essere raccolte le firme.
Quesiti che prevedono l’elezione del Csm, la responsabilità diretta dei magistrati, l’equa valutazione dei magistrati, la separazione delle carriere dei magistrati, abolizione della legge Severino, limiti agli abusi della custodia cautelare.
Questi ultimi due punti in particolare sembrano quasi una contraddizione rispetto alla rigidità che il leader leghista mostra in queste ore.
Comunque sia per adesso non è in programma la presentazione di una proposta di legge per modificare l’attuale legge sui pentiti che ha portato alla scarcerazione di Brusca con i suoi oltre cento omicidi, tra i quali quello del piccolo Giuseppe Di Matteo, il bambino strangolato e sciolto nell’acido dopo una lunghissima prigionia.
L’ex capomafia di San Giuseppe Jato fu anche colui che azionò il telecomando a Capaci facendo saltare in aria Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo, gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro.
Eppure oggi Maria Falcone, presidente della Fondazione Giovanni Falcone e sorella del magistrato ucciso dalla mafia nella strage di Capaci del 1992, lancia un appello alla politica “affinché traduca lo sdegno espresso per la liberazione di Giovanni Brusca in un impegno reale per un’approvazione veloce della riforma della legge sull’ergastolo ostativo sollecitata dalla Corte Costituzionale”.
Legge che – spiega – eviterebbe scarcerazioni e permessi a boss “che mai hanno interrotto il loro perverso legame con l’associazione mafiosa. Concedere benefici a chi neppure ha dato un contributo alla giustizia sarebbe inammissibile e determinerebbe una reazione della società civile ancora più forte di quella causata dalla liberazione, purtroppo inevitabile, del ‘macellaio’ di Capaci”.
Neanche il Pd, che ieri con il segretario Enrico Letta ha parlato di “pugno nello stomaco”, lavora per presentare una proposta.
Mentre l’unica proposta ad oggi depositata in Parlamento è quella del Movimento 5 Stelle in linea con le parole di Maria Falcone.
“Avrei preferito sentire più proposte e voci coraggiose dopo la pronuncia della Corte Costituzionale sull’ergastolo ostativo, visto che con la legge sul fine pena si va nella direzione di concedere benefici anche a chi non collabora con la giustizia”, dice il deputato del MoVimento 5 Stelle Vittorio Ferraresi in commissione Giustizia alla Camera: “Abbiamo presentato una proposta che reca la mia prima firma come Movimento 5 Stelle. Partiamo da lì. Perché diciamolo gridare allo scandalo e allo schifo sono buoni tutti, cercare di portare avanti proposte a tutela di quel sistema, veramente in pochi”. Un messaggio rivolto ai colleghi della maggioranza.
(da Huffingtonpost)
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