SALVINI VUOLE RUDOLPH GIULIANI NELLA SQUADRA: SI AFFRETTI PRIMA CHE FINISCA IN GALERA PER CORRUZIONE
O FORSE SI RIFERIVA AI FUTURI INCONTRI DI CALCETTO TRA LE SQUADRE DEI CARCERATI DI SAN QUINTIN E QUELLI DI SAN VITTORE
Il centrodestra non ha ancora trovato la quadra sui candidati da presentare alle prossime elezioni comunali, che si terranno in autunno.
Matteo Salvini, però, si porta già avanti e guarda non ai sindaci italiani, ma addirittura a quelli statunitensi. In un’intervista al Giornale, il segretario della Lega punta infatti all’ex sindaco di New York, Rudolph Giuliani.
L’obiettivo è averlo nella sua squadra. Non come candidato sindaco in una grade città, probabilmente, ma comunque nella squadra del centrodestra in vista delle prossime elezioni comunali.
Difficile capire se si tratta solo di un auspicio o se ci sia già stato qualche contatto reale tra i due. Salvini, infatti, si limita a chiamare in causa Giuliani, spiegando anche il perché: “A breve scioglieremo tutti i nodi, anticipo che mi piacerebbe coinvolgere l’ex sindaco di New York Rudolph Giuliani come consulente per la sicurezza e il decoro urbano in diverse città. Il suo modello di tolleranza zero sarebbe efficacissimo”.
Un ruolo, quindi, che l’ex sindaco di New York dovrebbe ricoprire in diverse città, secondo Salvini.
TUTTI I PROCEDIMENTI CONTRO GIULIANI NEGLI USA (SOSPESO ANCHE DALL’ORDINE DEGLI AVVOCATI)
L’avvocato dell’ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, nonché ex sindaco di New York Rudolph Giuliani, è accusato di aver cercato di far deportare in Turchia il principale nemico di Erdogan, il religioso Fethullah Gulen
Secondo l’accusa Giuliani ha cercato di persuadere Trump (senza riuscirci) a estradare Gulen, capo del movimento che Erdogan sostiene abbia cercato di rovesciarlo nel fallito colpo di stato del luglio 2016, senza però dichiarare che stava lavorando per una potenza straniera, cosa giustamente proibita negli USA.
Ma non è questo il fatto più grave di cui è accusato Giuliani. Secondo il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti nel 2017 avrebbe cercato di convincere sempre il Presidente Trump (anche questa volta senza riuscirvi) a far cadere le accuse contro Reza Zarrab, un commerciante d’oro iraniano-turco accusato di aver aiutato una banca turca di proprietà dello Stato a incanalare 10 miliardi di dollari in Iran a dispetto delle sanzioni statunitensi.
Giuliani è accusato, ancora una volta senza registrarsi come agente straniero, di aver esercitato pressioni su Trump per conto degli oligarchi ucraini ed è anche sospettato di collaborare con gruppi di interesse ucraini per trovare materiale incriminante su Beau Biden, figlio dell’allora candidato presidenziale Joe Biden, che aveva avuto rapporti d’affari in quel paese.
Lo scorso aprile agenti dell’FBI hanno fatto irruzione nella casa di Giuliani e, insolitamente, nei suoi uffici legali e hanno sequestrato telefoni e computer.
Una Corte d’appello di New York ha sospeso la licenza legale dell’ex sindaco Rudolph Giuliani dopo che un comitato disciplinare ha stabilito che aveva rilasciato dichiarazioni “false e fuorvianti” sulle elezioni del 2020 in qualità di avvocato personale dell’allora presidente Donald Trump.
Nella sua decisione, motivata in 33 pagine e ripresa dal “New York Times”, la Corte afferma che la condotta di Giuliani “ha minacciato l’interesse pubblico e giustifica pertanto la sospensione provvisoria dalla pratica della legge”.
Giuliani, si legge nel testo, ha contribuito a guidare la battaglia legale di Trump contro i risultati elettorali sostenendo “senza fondamento” che il voto è stato pieno di brogli e che le macchine per il voto sono state truccate.
“Concludiamo che ci sono prove inconfutabili che il convenuto abbia comunicato dichiarazioni manifestamente false e fuorvianti a tribunali, legislatori e all’opinione pubblica in generale nella sua qualità di avvocato dell’ex presidente Donald Trump e della campagna di Trump in relazione al fallito tentativo di rielezione di Trump nel 2020”, si legge nel documento.
(da agenzie)
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