QUANDO GINO STRADA OPERO’ UNA PERSONA A CUORE APERTO SOTTO LE BOMBE SOVIETICHE A KABUL
IL RICORDO DELL’AMICO ERMETE REALACCI: “AVEVA UN CORAGGIO DA LEONE”
“Qual è stato il giorno più intenso della tua vita?”. È notte, nella casa romana di Ermete Realacci, fondatore di Legambiente e Fondazione Symbola, e poi deputato della Margherita e del Partito Democratico, quando Gino Strada – fondatore di Emergency, deceduto oggi, 13 agosto 2021, all’età di 73 anni – pone al suo ospite questa domanda: “Gino Strada era un personaggio che fa onore all’Italia non meno degli atleti che vincono medaglie alle olimpiadi, lo ricorda Realacci.
Sul tavolino, ricorda, una bottiglia di whisky che i due amavano degustare prima di andare a dormire, mentre parlavano per ore delle loro vite e si interrogavano reciprocamente sul loro impegno civile e sulle loro scelte di vita: “Gino Strada si fermava spesso da me a dormire su un soppalco della mia abitazione, su un materasso a terra, quando passava da Roma – ricorda Realacci a Fanpage.it -. Era spesso ospite da Maurizio Costanzo, dove lavorava come autrice la nostra comune amica Luisella Testa, anch’essa oggi scomparsa, e ricordo con nostalgia e affetto quelle lunghe conversazioni notturne”.
E proprio in una di quelle conversazioni, Strada racconta a Realacci un’episodio che aveva particolarmente segnato la sua vita: “Lui in particolare mi raccontò di un’episodio che tesitimoniava il suo forte legame con l’Afghanistan. Mi parlò di un giorno a Kabul durante l’invasione sovietica – spiega Realacci -. Quel giorno, come ogni giorno, doveva fare il suo mestiere di chirurgo e operare un uomo”.
Quel giorno, però, poco dopo aver iniziato l’operazione e avergli già aperto il petto, le bombe cominciarono a piovere su Kabul: “Lui, come da manuale, trovò riparo sotto il tavolo operatorio al centro della stanza – continua Realacci -, ma nonostante la sua vita fosse in pericolo, ebbe la lucidità, il coraggio e l’altruismo di alzare il braccio e di appoggiare la mano sul cuore del paziente, per controllare che battesse ancora”.
Quando il bombardamento cessò, Gino Strada riprese l’operazione da dove si era interrotta:
“Viveva la vita intensamente, con un coraggio da leone”, chiosa Realacci. E forse non c’è episodio che definisce meglio Gino Strada, chirurgo e uomo di pace.
(da agenzie)
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