PRIMARIE PDL, SI ANIMA IL DIBATTITO: GALAN “MI CANDIDO CONTRO ALFANO, DARO’ RAPPRESENTANZA AI LAICI”
DOPO AVER GUIDATO IL VENETO DAL 1995 AL 2010 ED ESSERE STATO MINISTRO DELLA CULTURA, ORA L’EX GOVERNATORE SFIDA LA SEGRETERIA
Presidente Galan, da giorni riflette sull’opportunità di candidarsi alle primarie. Ha deciso?
«Sì, ho deciso, mi candido».
L’ha detto a Berlusconi?
«L’ho chiamato stamattina e non per chiedergli il permesso, ma per avvertirlo. Era impegnato, e siccome non mi ha ancora richiamato prima di lui lo sapete voi, che siete un giornale torinese, la patria del liberalismo italiano».
Berlusconi sarà contento?
«Penso di sì».
Sicuro, sicuro?
«Sicuro sicuro no, ma penso che lo sarà ».
Dovevano essere primarie per legittimare un leader, Angelino Alfano, che legittimazione non ha.
«Non lo legittimerebbero primarie farlocche. Farle così sarebbe stupido e pure ingiusto, anche per lui. Il momento è difficile, al partito serve un autentico confronto di idee».
Ecco, che cosa propone?
«Mi candido per tre motivi. Uno, è la prima volta che in Europa un partito di centrodestra indice primarie; potevo restarne fuori? Due, è l’occasione giusta per aprire il dibattito in un partito che forse non l’ha mai avuto: nel ’94 ci animarono idee ancora valide e che hanno la maggioranza».
Lei crede?
«Me lo auguro. La rivoluzione liberale è attuale e ci siamo andati più volte vicini».
Non ce ne siamo mai accorti.
«Male. Ma quando a Onna i partigiani misero il fazzoletto attorno al collo di Berlusconi, il consenso ci avrebbe permesso tutto. C’erano le condizioni per passare alla storia, per favorire un cambiamento epocale».
E che cosa è successo?
«E’ successo che dentro il governo qualcuno remava contro. Perchè non abbiamo proposto allora il semipresidenzialismo? Perchè ci siamo messi a rincorrere i temi della Lega, le ronde o i ministeri al Nord? E, vorrei sottolinearlo, senza l’approvazione del ministro della Cultura».
Che era lei.
«Che ero io. Mesi e mesi persi a litigare sul niente».
Non è troppo tardi?
«Io lo dicevo allora e avevo ragione. Sul Tremonti che dominava con la golden share della Lega, avevo ragione io. C’era gente che nei corridoi mi incitava di nascosto ad andare avanti. Ma fatemi dire. Poi c’è il terzo motivo: restituire rappresentanza alle posizioni laiche, quelle dei diritti civili, della regolamentazione delle coppie di fatto».
Anche quelle omosessuali?
«Ma certo!».
Anche sulla bioetica?
«Anche sulla fecondazione assistita. Vi sembra normale che abbiamo favorito il turismo clinico in Spagna e in Belgio?».
Pare il modo migliore per mettersi contro il corpaccione del partito.
«Ottimo, ne sono solo contento. Ma al Pdl serve discutere, servono nuove spinte. E sono convinto che ne discuteremo civilmente».
E sull’economia?
«Voi immaginerete che un liberale come me incontri già il favore di Antonio Martino. Bè, a noi una politica che affronta la crisi aumentando le tasse sembra una politica demenziale. Oh, nei primi quattro mesi del 2012 sono spariti tre miliardi e mezzo di introiti fiscali! Oggi lo spread è lo stesso di sette mesi fa, quando Berlusconi lasciò il governo, ma non lo dice nessuno. A noi un’Europa che è diventata tedesco-centrica non piace. Comunque, senza entrare troppo nel dettaglio, perchè ne parleremo diffusamente nei prossimi tempi, l’obiettivo politico è proporre una posizione che svecchi un partito ormai troppo spostato su An e su idee della destra conservatrice».
Ma lei pensa davvero di avere chance di battere Alfano?
«Ma dico di sì. In caso contrario, avremo contribuito a ridare voce ai molti che nel Pdl si rifanno allo spirito del ’94 e che oggi non ce l’hanno. E poi, scusate, io Forza Italia l’ho fondata. Io l’ho creata in Veneto, dove abbiamo vinto sempre, e abbiamo governato bene e onestamente. Lo riconoscono anche a sinistra».
Si augura che si candidino altri?
«Non sta a me dirlo».
Allora mettiamola così: si augura che l’area ex An esprima una candidatura?
«Mi auguro che l’area An esprima un partito».
Addirittura.
«Ma senza dubbio. Poi se vogliamo facciamo una federazione. Sono convinto che se ci fosse stata An da una parte e Forza Italia dall’altra, si sarebbero presi più voti che col solo Pdl. E se ne sarebbero lasciati di meno alla Lega».
E se poi vince Alfano, lei che fa?
«Se lui vorrà , sono pronto a lavorare con lui nell’interesse del partito. Quando si fanno primarie serie, le cose devono andare così».
Mattia Feltri
(da “La Stampa“)
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