LA GENERALESSA FA LE EPURAZIONI ALLL’UFFICIO STAMPA DELLA LEGA ALLA CAMERA
LA ISABELLA VOTINO, PLENIPOTENZIARA DI MARONI, HA SOSTITUITO IL TEAM FEDELE A BOSSI CON UNA GIORNALISTA DI TELEPADANIA
Il governatore della Regione Veneto è stato chiaro: “Affidiamoci all’autunno, che è meglio, e finiamola con questa estate”.
Alla fine dell’estate però manca ancora un po’ di tempo e i colpi di coda potrebbero riservare ulteriori sorprese.
E non sarà di certo l’addio alle folkloristiche feste Popoli padani a tenere con il fiato sospeso i militanti della Lega quanto l’incessante opera di epurazione che i “barbari sognanti” fedelissimi di Roberto Maroni stanno mettendo a segno a scapito degli ormai pochi duri e puri sostenitori dell’Umberto.
Così è accaduto a Padova per esempio dove è stato dato il benservito al segretario provinciale, il bossiano Roberto Marcato, da parte del direttivo regionale guidato dal maroniano Flavio Tosi.
Ma così sta capitando anche nella Capitale dove, proprio nell’ufficio stampa del Gruppo di Montecitorio, si sta per preparare un rientro dalle ferie al vetriolo.
Ma andiamo con ordine.
La tanto declamata “pulizia” decantata da Maroni si è scagliata sull’ufficio stampa già a fine luglio.
La vittima designata era Giulia Macchi, giornalista, consigliere comunale della Lega a Solaro (Mi), bossiana al 100% (tanto per dirne una l’immagine del suo profilo Facebook è una foto del Senatur) e chiamata a Roma da Roberto Cota all’epoca capogruppo del Carroccio.
Una personalità troppo schierata, troppo fedelissima dell’ex Capo e quindi scomoda tanto che Giampaolo Dozzo, attuale capogruppo, non ha esitato a prendere carta e penna e mettere per iscritto il buon servito per essere venuto meno “il rapporto fiduciario” tra le parti.
Appena quindici giorni dopo, alla vigilia di Ferragosto, la scure delle purghe leghiste ha colpito un’altra addetta stampa del Gruppo.
Si tratta di Alessia Quiriconi, anche lei, come la collega Macchi, arrivata alla Camera per volontà del capogruppo diventato nel frattempo Marco Reguzzoni e inquadrata con un contratto di collaborazione coordinata e continuativa di legislatura, quindi valido fino a nuove elezioni.
Altra storia, visto che la Quiriconi è toscana di nascita e giornalista da oltre dieci anni sia alla Padania che al Federalismo, ma terminata nello stesso e identico modo: è venuto meno il rapporto di fiducia.
Questo almeno per quello che c’è scritto nelle lettere spedite alle due interessate, eppure poi, basta vedere le dichiarazioni ufficiali di Dozzo e Maroni alle agenzie di stampa per leggere un’altra versione: è in atto una politica di “ taglio dei costi”.
Taglio dei costi?
Beh se fosse stato così perchè non proporre alle due giornaliste di restare all’Ufficio Stampa magari rivedendo al ribasso gli stipendi?
E se veramente bisognava tagliare allora perchè aspettare luglio e non attuare il tutto già a gennaio ovvero dal momento dell’elezione di Dozzo a capogruppo e invece si è preferito mettere in atto l’epurazione immediatamente dopo l’elezione di Maroni a segretario del movimento?
Ma gli interrogativi di certo in queste occasioni si sprecano e quindi ecco che, con questi, arriva anche qualche frecciata agli altri componenti dell’Ufficio stampa.
E così sul banco degli imputati è salito il romano Federico De Cesare che, attento all’evoluzione maroniana all’interno del movimento si è legato al deputato e segretario leghista del Trentino Maurizio Fugatti salvando così il posto.
Eppure, se di spending review si tratta, non si capisce come mai si sia permesso in questi anni che l’ex ministro dell’Interno Maroni imponesse l’assunzione di Isabella Votino al Gruppo (insieme alla sua segretaria Daniela Propersi e all’ex sottosegretario Sonia Viale) alla modica cifra di 4000 euro netti al mese per lavorare solo per lui.
E proprio ora che Maroni è diventato segretario, la sua “portasilenzi” come ormai viene soprannominata la Votino, ha preso il comando di tutto l’apparato comunicativo del Carroccio: la Padania è così data sempre più vicino alla chiusura o almeno alla trasformazione, il sito del movimento completamente da rifare, come l’ufficio stampa.
E così se l’ufficio è da rifare, a fronte di imminenti uscite ecco che i rumors di palazzo danno già per scontate le prossime nomine.
Rumors che il deputato bossiano Davide Chiappori aspetta siano smentiti dal capogruppo Dozzo (“se così fosse si sarebbe trattato di vere e proprie epurazioni che non hanno niente a che vedere con il taglio dei costi’”) ma che invece trovano rispondenza sentendo i commenti di qualche collega giornalista.
“Sì, da quello che so, mi spiaga un amico, al posto della Macchi e della Quiriconi, dovrebbero arrivare un collaboratore con il quale la Votino lavorava al Viminale e la maroniana Camilla Vanaria, addetta stampa del partito a Brescia, consigliere comunale a Lonato, dipendente di tele Padania e figlia di Roberto, componente del Cda di Csmt ed ex consigliere regionale della Lombardia per la Lega”.
Insomma, la bollente estate leghista e ben distante dall’essere chiusa e quest’anno non ci sarà nemmeno l’acqua del Po a sedare i bollenti spiriti.
(da “Il Portaborse”)
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