ECCO COSA SUCCEDE DOPO LO STOP DEL GOVERNO ALLA CESSIONE DEL CREDITO E ALLO SCONTO IN FATTURA
PER CHI HA GIÀ AVVIATO I LAVORI NON CI SARANNO PROBLEMI A ULTIMARE IL CANTIERE. MENTRE DIFFICILMENTE LE BANCHE ACCETTERANNI DI PRENDERSI IL CREDITO FISCALE DI CHI HA DEPOSITATO LA CILAS (LA COMUNICAZIONE DI INIZIO LAVORI) MA NON HA ANCORA AVVIATO LE OPERE – PER CHI NON HA ANCORA PRESENTATO LA CILAS INVECE NON CI SONO SPERANZE
A che cosa porterebbe un blocco delle cessioni del credito?
Per limitarci al Superbonus bisogna distinguere tre diverse situazioni. La prima è di chi ha già avviato i lavori e, soprattutto se ha eseguito almeno una cessione a Sal (stato avanzamento lavori), possibile quando si siano effettuate almeno il 30% delle opere: non ci dovrebbero essere problemi a ultimare il cantiere.
La seconda, molto più incerta, è di chi ha depositato la Cilas (la Comunicazione di inizio lavori) ma non ha ancora anche avviato le opere. Qui bisognerà vedere gli ulteriori sviluppi e comunque il rischio è di incontrare una controparte bancaria non troppo disponibile. La terza situazione invece appare chiara: per chi non ha ancora presentato la Cilas non ci sarà la possibilità di cedere il credito.
Il Superbonus però non viene eliminato…
Senza cessione del credito è un bonus per pochi, perché per evitare l’incapienza fiscale servono redditi imponibili molto alti. E questo per i condomini. Per le villette si ricorre al quoziente familiare con valori piuttosto bassi, incompatibili con l’importo delle detrazioni di cui eventualmente godere.
Perché il meccanismo delle cessioni si è arenato?
Le banche, dopo aver fatto il pieno di crediti, sono arrivate al limite della capienza fiscale
Quali contromisure sono state prese per favorire la circolazione dei crediti?
Dopo una prima cessione, fatta dal contribuente o all’impresa o a un qualsiasi soggetto, la seconda e la terza cessione devono avvenire obbligatoriamente a un soggetto vigilato (banca, finanziaria, assicurazione). Le banche possono ricevere anche una quarta cessione e a loro volta cedere alla clientela professionale. Finora è servito a poco. L’ultimo rimedio cui si era pensato era la cessione a enti pubblici, ma il Governo ha detto stop.
È cambiato anche il quadro economico…
Le cessioni, quando praticate, oggi sono prezzate tra 92 e 94 euro ogni 110 di credito, all’inizio venivano remunerate tra 100 e 104 euro. Significa che il Superbonus è comunque oneroso per il contribuente.
(da il Corriere della Sera)
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