SALARIO MINIMO, NEL VERTICE A PALAZZO CHIGI MELONI PRENDE TEMPO: “ABBIAMO 60 GIORNI”
SCHLEIN: “NON HA IDEE CHIARE, NE’ PROPOSTE”
Restano le distanze tra Meloni e le opposizioni sul salario minimo. “Sostanzialmente ognuno resta sulle proprie posizioni. Palla al centro”, spiegano fonti dei partiti di minoranza dopo l’incontro convocato dalla premier a Palazzo Chigi.
Meloni ha ribadito la propria di contrarietà all’introduzione della misura, motivandone le ragioni, nel suo intervento di apertura. La premier, secondo quanto si apprende, ha spiegato che “in 60 giorni”, il tempo del rinvio della discussione in Parlamento sul salario minimo, si possono “coinvolgere le parti sociali” per arrivare a una proposta di legge da sottoporre a Parlamento e governo per dare piena attuazione” all’articolo 36 della Costituzione.
Articolo che recita: “Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa”.
Meloni ha quindi proposto un percorso con il Cnel per arrivare a una proposta condivisa per i salari. “Ci interessa quando viene posta la questione del rafforzamento dei salari, il tema del contrasto al lavoro pove, purché ci si comprenda. Ci sono divergenze sugli strumenti e ho proposto un confronto molto più ampio che coinvolga il Cnel”, ha spiegato.
A Palazzo Chigi per il Pd erano presenti la segretaria Elly Schlein e Maria Cecilia Guerra, responsabile dem per il lavoro. Per il Movimento 5 Stelle il leader Giuseppe Conte e l’ex ministra Nunzia Catalfo, per Azione Carlo Calenda e Matteo Richetti, mentre per +Europa hanno partecipato Riccardo Magi e Benedetto Della Vedova. Per Alleanza Verdi e Sinistra a Palazzo Chigi c’erano Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni insieme a Franco Mari e Eleonora Evi. Il suo intervento è stato seguito da quello delle opposizioni , che in ordine alfabetico, hanno illustrato le loro proposte.
Le opposizioni
Dure le parole della segretaria del Pd Schlein al termine dell’incontro:“Il governo non ha una sua proposta, non ha le idee chiare. E’ rimasto sulle sue posizioni”. E ha precisato: “Andremo avanti sulla nostra proposta, su cui c’è un grande consenso popolare, lanciamo la raccolta firme già annunciata. Ma la nostra proposta è già incardinata in Parlamento e lì ci aspettiamo emendamenti o proposte del governo sul salario minimo. Oggi non ci hanno convinti”.
Schlein ha poi spiegato che “a margine dell’incontro abbiamo chiesto conto delle mancate dimissioni di De Angelis (dopo il suo post sulla strage di Bologna, ndr) e dei ristori dopo l’alluvione in Emilia Romagna, abbiamo chiesto che si usassero le risorse stanziate ma non spese, vorremo che arrivassero presto queste risposte. Non sono arrivate le risposte che speravo, continueremo a insistere”.
Il leader 5S Conte sottolinea: “Siamo venuti con spirito costruttivo. Meloni aveva chiesto questo confronto ma non c’è da parte sua nessuna controproposta. È stata una palla buttata in tribuna. Il governo non ha le idee chiare. Noi faremo partire una raccolta firme da presentare sul tavolo alla ripresa dei lavori parlamentari. La nostra una posizione ideologica? I nostri interventi sono stati tutti nel merito che il governo non ha ancora approfondito”, polemizza il leader 5S Conte.
“È stato un incontro interlocutorio ma il fatto positivo è che nessuno ci ha sbattuto la porta in faccia”, ha affermato Calenda. “La proposta che ci ha fatto la presidente del Consiglio – ha aggiunto – riguarda un intervento più ampio sui redditi bassi, ha continuato, e non c’è pregiudizio sulla proposta di salario minimo”. “Io personalmente sono soddisfatto, nessuno ha sbattuto la porta tutti sono disponibili ad andare avanti ognuno sulla proprie posizioni. Da domani raccogliamo le firme sul salario minimo”.
Fratoianni spiega che “Meloni ci ha detto che il governo vuole confrontarsi sulla materia complessiva: consideriamo questa disponibilità un primo risultato della nostra iniziativa e continueremo nelle prossime settimane la nostra battaglia politica sulla nostra proposta di legge che consideriamo solida e utile a risolvere uno dei problemi del mercato del lavoro non la panacea di tutti i mali”.
(da agenzie)
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