LA MAGISTRATURA POLITICIZZATA ESISTE: E’ QUELLA SOVRANISTA (E SALVINI LI RINGRAZIA PURE)
IL DOCUMENTO DI SOLIDARIETA’ DELLA ANM ALLA GIUDICE APOSTOLICO APPROVATO CON 23 VOTI (TUTTE LE CORRENTI DI CENTRO, SINISTRA E INDIPENDENTI), VOTANO CONTRO GLI 8 DI M.I…. CHE GARANZIE CI SONO CHE I MAGISTRATI SOVRANISTI NON EMETTANO SENTENZE IDEOLOGICHE?
Voto contrario degli esponenti di Magistratura indipendente a quanto deliberato ieri dal comitato direttivo centrale dell’Associazione nazionale magistrati in un documento, approvato, appunto, a maggioranza sul caso della giudice di Catania, Iolanda Apostolico e sulle reazioni di esponenti del governo alle sue decisioni sui migranti.
Nel documento, bocciato da Magistratura indipendente, si sostiene l’altro che “lo scopo” del governo è “intimorire ogni giudice che dovesse assumere un’interpretazione non gradita o allineata ad un certo indirizzo politico e persuadere i cittadini che decisioni sgradite, non in linea con le scelte del governo, siano solo frutto di esercizio strumentale e, quindi, deviato della giurisdizione e di contrapposizione politica”.
“Oggi alla riunione del Comitato Direttivo Centrale dell’Anm come nei giorni scorsi al CSM, Magistratura Indipendente ha dimostrato di aver fatto una scelta di campo”, si legge in una nota di commento del coordinamento delle toghe di AreaDg.
“Al congresso di Palermo – continuano – avevamo ben spiegato come si stesse saldando un asse tra questo gruppo associativo e la maggioranza di Governo. Quale la contropartita? I voti dei laici di centrodestra necessari a monopolizzare le nomine dell`autogoverno in cambio della tacitazione della magistratura e della ANM portata in dote da M.I.? Si vorrebbe una magistratura silenziosa e prona alle linee culturali della maggioranza, ottenuta anche a costo di rinunciare alla funzione di interpretazione delle leggi. Un associazionismo silente o comunque diviso che sacrifica i magistrati che rendono provvedimenti sgraditi lasciandoli esposti al dileggio pubblico e prolungato per settimane e ad una indecente attività di dossieraggio che ne attinge la sfera più privata”.
“Oggi abbiamo fermato questa deriva ma le insidie che reca sono sempre presenti. Ci chiediamo quale prezzo la magistratura dovrà pagare prima che questo disegno venga abbandonato”, conclude il coordinamento di AreaDg.
La Lega ringrazia i magistrati amici
Un comunicato stampa, scritto appositamente da un partito di governo per ringraziare una corrente della magistratura. E già questa dinamica è inedita. Diventa anomala se pensiamo che la corrente viene pubblicamente omaggiata per aver spaccato il sindacato delle toghe, schierandosi contro un documento di solidarietà alla giudice duramente attaccata dall’esecutivo. Se l’avessero fatto i Democratici di sinistra, ai tempi in cui Silvio Berlusconi aveva ingaggiato la sua personale lotta contro le cosiddette “toghe rosse“, sarebbe scoppiato il putiferio.
Invece a offrire pubblico sostegno a Magistratura indipendente, la componente sovranista nel mondo delle toghe, è la Lega, cioè il partito che maggiormente ha attaccato Iolanda Apostolico, la giudice di Catania colpevole di aver giudicato illegittimo il decreto migranti dell’esecutivo.
D’altra parte, solo poche settimane fa, i sette consiglieri togati eletti al Csm da Magistratura indipendente non avevano firmato la richiesta di aprire una pratica a tutela della giudice Apostolico a Palazzo dei Marescialli: in pratica avevano rinunciato a difendere una collega per non attaccare il governo di Giorgia Meloni. Esattamente la stessa decisione presa ieri all’Anm.
CHI STA IN M.I.
Corrente di appartenza del sottosegretario Alfredo Mantovano, il magistrato tornato al governo come uomo di fiducia di Giorgia Meloni, a Magistratura indipendente appartengono quasi tutte le toghe chiamate dal guardasigilli Carlo Nordio in via Arenula: dal capo del Dipartimento amministrazione penitenziaria Giovanni Russo al capo di gabinetto Alberto Rizzo fino al capo del Dipartimento giustizia minorile Antonio Sangermano. Lavorava al ministero anche uno degli storici leader di Magistratura indipendente: Cosimo Ferri, noto negli ambienti romani come il “geco“, soprannome che gli avevano appioppato perché aspettava la notte per andare a fare visita a Silvio Berlusconi. Politico con la toga, ma anche magistrato con la testa da politico, doppio figlio d’arte (il padre fu ministro ma pure leader di Magistratura indipendente), Ferri è stato sottosegretario alla giustizia di tre governi diversi. Poche settimane fa è riuscito a farsi eleggere nel Consiglio di presidenza della giustizia tributaria, l’organo di autogoverno dei giudici tributari. Nel frattempo è ancora sotto procedimento disciplinare per aver tentato d’indirizzare la nomina a procuratore di Roma nell’ormai famoso incontro notturno all’hotel Champagne con Luca Palamara, Luca Lotti (che nella Capitale era ed è imputato) e cinque consiglieri del Csm. Sul procedimento, tornato alla Camera dopo la sentenza della Consulta a favore di Ferri, incombe la prescrizione.
(da Il Fatto Quotidiano)
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