FIORONI: “NESSUNA ROTTAMAZIONE IN VISTA. IL RISULTATO DI RENZI? HA PRESO GLI STESSI VOTI DI FRANCESCHINI NEL 2009”
“NOI CATTOLICI-DEMOCRATICI SIAMO FONDAMENTALI: GRAZIE AL NOSTRO RADICAMENTO, BERSANI HA TRIONFATO NEL CENTRO-SUD”
Onorevole Fioroni, lei era uno di quelli che a sentir parlare di primarie storceva il naso…Si è ricreduto?
«Sì, devo dire bravo a Bersani. Con tutti questi votanti abbiamo fatto un favore alla democrazia di questo Paese. E’ stato un risultato senza se e senza ma così ampio che non consente alcun tipo di recriminazione. Bersani ha vinto ovunque, e in tutto il Centro Sud viaggia intorno al 70%»
D’accordo, il ballottaggio ha premiato Bersani. Ma non può negare che Renzi abbia ottenuto un risultato importante…
«Certamente. Ma noi siamo un Paese dalla memoria corta. Alle primarie del 2009 fra Bersani e Franceschini andarono a votare 700 mila italiani in più, e Franceschini prese gli stessi voti di Renzi. Io credo che il risultato di Renzi sia un dato importante e significativo come lo fu allora quello di Franceschini. Ma è un dato che fa parte del fisiologico confronto democratico».
Adesso è partita la gara per riallacciare i rapporti con il sindaco di Firenze. Persino D’Alema ha detto: «Adesso dobbiamo collaborare con Renzi». Lei che fa?
«Non è una questione personale. Io provo affetto per Matteo e domenica gli ho scritto un messaggio per complimentarmi con lui: è stato bravo a riconoscere la sconfitta. Queste primarie hanno fatto bene anche a lui, l’hanno fatto crescere, altro che ragazzetto. Siamo entrambi scout e gli ho fatto i migliori auguri per il suo cammino umano e politico, che è solo all’inizio. Adesso però, come abbiamo fatto noi sostenitori di Franceschini dopo la sconfitta del 2009, deve mettersi a disposizione e lavorare per il bene di tutto il partito. Nel 2009 noi non abbiamo pietito nulla ed io personalmente feci la stessa scelta di Matteo oggi».
Domenica sera lei era al teatro Capranica di Roma a festeggiare Bersani. Il segretario prima ha parlato di «predisporre i percorsi e gli spazi per le nuove generazioni», poi ha fatto salire sul palco tre under 40 del suo staff. Teme che adesso Bersani porti avanti, pur con tutte le differenze del caso, la «rottamazione» proposta da Renzi?
«Faccio politica da un po’ meno anni di Bersani. E credo che anche Pier Luigi non ami la rottamazione perchè rottamare significa mantenere il Porcellum piuttosto che cambiare la legge elettorale. Io credo che sia molto più democratico dare la possibilità ai cittadini di decidere con le preferenze. Dopodichè non dobbiamo dimenticarci che il confronto fra Renzi e Bersani si è giocato tutto sull’asse lib-lab. Mentre la dialettica di un grande partito popolare come il Pd ha bisogno anche di un centro cattolico-democratico che, anche in queste primarie, ha dimostrato di essere una componente molto radicata e presente sul territorio, soprattutto nelle regioni dove Bersani è andato meglio».
E se alla fine rimanesse il Porcellum? Non teme di finire rottamato anche lei?
«È una subordinata che non voglio prender in considerazione perchè mantenere il Porcellum sarebbe il fallimento di un’intera classe politica».
Qualcuno comincia a vociferare di un accordo fra Bersani e Renzi. Cosa ne pensa?
«Il segretario è libero di fare ciò che vuole. Ma il problema adesso è fare tutto ciò che occorre per vincere le elezioni. Mettere in piedi il gossip del mercato dove c’è chi compra e chi vende, però, va in un’altra direzione: danneggia Renzi, danneggia Bersani e in definitiva tutto il centrosinistra».
Francesco Moscatelli
(da “La Stampa“)
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